Morte Eleonora Chinello, arriva il colpo di scena. Indagata la dottoressa: "Non la soccorse"

La 14enne Eleonora Chinello fu investita mentre si recava in bici alla fermata dell'autobus vicino a Padova. Il medico, non dipendente dall'ospedale ma a "chiamata a gettone", avrebbe avuto un "blocco"

Un'immagine tratta dai social della giovane vittima Eleonora Chinello
Un'immagine tratta dai social della giovane vittima Eleonora Chinello
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C'è un colpo di scena nell'inchiesta sulla morte di Eleonora Chinello, la studentessa di 14 anni di Sant’Angelo di Piove di Sacco (Padova) investita da un’auto la mattina di lunedì 28 ottobre mentre stava andando in bicicletta a prendere l’autobus e deceduta poche ore dopo al policlinico della città del Santo.

Indagata la dottoressa

È stata inserita nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Sergio Dini, la dottoressa di 62 anni originaria di Castel Volturno (Caserta) che quel giorno ha risposto alla chiamata d'urgenza. L'accusa non è leggera, si tratterebbe di rifiuto di atti d’ufficio, interruzione di servizio di pubblica necessità e cooperazione nell’omicidio colposo.

Il "blocco" della dottoressa

Secondo il rapporto delle due infermiere intervenute in ambulanza con la dottoressa, una volta giunta sul luogo dell'incidente, il medico avrebbe avuto una sorta di "blocco" che le avrebbe impedito di soccorrere la ragazzina. "Siamo stati noi a denunciare alla procura ciò che era accaduto – ha spiegato Aldo Mariotto, direttore sanitario dell’Usl 6 – ora sono in corso degli accertamenti necessari a verificare le eventuali responsabilità. È interesse dell’azienda fare chiarezza sull’episodio che ci ha colpito profondamente: non ci saranno sconti da parte nostra".

Le analisi sul corpo della ragazzina

Mercoledì 6 novembre, il medico legale Antonello Cirnelli ha svolto l’autopsia sul corpo della vittima, la morte sarebbe avvenuta per i politraumi subìti nell’investimento. Dopo la notizia della causa della morte il legale della dottoressa Raffaele Giorgio, ha spiegato: "Il nostro perito di parte, il dottor Aniello Maiese dell’università della Sapienza di Roma subito dopo l’esame autoptico mi ha comunicato che non esiste alcun profilo di responsabilità penale per la mia assistita. La dottoressa si è accorta subito che la situazione era gravissima, ha chiamato addirittura l’elisoccorso e la seconda ambulanza in supporto, il suo operato non può essere messo in discussione. Siamo sereni e tranquilli".

Le sue parole però si discosterebbero dal racconto delle due infermiere presenti che hanno stilato poi il rapporto, secondo cui la dottoressa si sarebbe rifiutata di rianimare Eleonora Chinello: "Non è vero, non mi risulta, questa è un’accusa infamante. Le infermiere fanno le infermiere, non i medici. Una volta chiarita la situazione, quando la mia assistita verrà assolta, valuteremo se ci saranno altri profili di responsabilità".

La perizia del sostituto procuratore

Per chiarire ulteriormente la vicenda, il sostituto procuratore Dini ha disposto anche una perizia per stabilire con precisione la dinamica dell’incidente. Da quanto risulta l’automobilista di 34 anni di Campolongo Maggiore (Venezia), ora indagato per omicidio stradale, stava procedendo oltre i limiti di velocità quando ha investito la ragazzina che stava andando in bici alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata nella sua scuola, l’istituto tecnico Maria Lazzari di Dolo (Venezia).

Medico in "appalto"

La dottoressa ora inscritta nel registro degli indagati, è un medico di base dell’Usl 1 Dolomiti, che riceve nell’ambulatorio a Sedico (Belluno), e ha una specializzazione in nefrologia. Secondo la normativa vigente avrebbe tutte le carte in regola per rispondere alle chiamate d'emergenza. Però non sarebbe una dipendente diretta dell’Usl Euganea ma un’associata della società di professionisti Cmp di Bologna, vincitrice di un appalto per coprire i posti scoperti del pronto soccorso di Piove di Sacco. Praticamente quella che ora viene definita come una "prestazione a gettone", che a parte il caso specifico sta sollevando molte polemiche sull'affidabilità dei medici esterni "a chiamata" e sulla loro idoneità a poter rispondere alle emergenze.

Il direttore sanitario Aldo Mariotto ha spiegato al Corriere della Sera che "nonostante non fosse la nostra prima scelta, per noi è stato necessario appaltare dei posti per riuscire a garantire tutti i servizi.

Per esercitare in emergenza basta che il medico dimostri di avere i requisiti previsti dalla delibera di giunta 870 della Regione Veneto del 2022". Secondo la legge, quindi, la dottoressa in questione possedeva tali requisiti.

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