Morte Martina Rossi, i condannati citano in giudizio l'hotel: "Non era a norma"

A seguito della richiesta di risarcimento di 1,4 milioni di euro avanzata dai genitori della studentessa Martina Rossi ai due toscani condannati per tentata violenza sessuale, questi ultimi hanno citato in giudizio la proprietà dell'hotel di Maiorca dal quale la giovane precipitò perdendo la vita

Un primo piano di Martina Rossi,deceduta nel 2011 a vent'anni
Un primo piano di Martina Rossi,deceduta nel 2011 a vent'anni

Il processo principale si è chiuso nel 2021, quando la Cassazione confermò la condanna a tre anni di reclusione gli aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, per tentata violenza sessuale nei confronti della studentessa Martina Rossi. Il dibattito giudiziario non sembra tuttavia essersi esaurito del tutto e ha anzi ripreso verve nelle scorse ore: partendo dalla richiesta di risarcimento di 1.4 milioni di euro presentata loro dai genitori della ragazza scomparsa ormai dodici anni fa, i due condannati hanno citato in sede civile la catena alberghiera Sant'Ana di Palma di Maiorca. I rispettivi avvocati temono infatti che la terrazza dell'albergo spagnolo dalla quale l'allora ventenne precipitò perdendo la vita non fosse a norma. E che questa lacuna potrebbe aver influito sulla dinamica dei fatti, contribuendo a propiziare la tragedia.

A prescindere dal fatto che, secondo la sentenza, la ragazza stesse fuggendo proprio per sottrarsi ad un tentativo di violenza da parte dei due (all'epoca) giovani poco più che ventenni originari di Castiglion Fibocchi. Rossi si trovava com'è noto in vacanza nella località turistica con alcune amiche e soggiornava nella stessa struttura nella quale alloggiava i due toscani. Gli stessi che da qualche mese si trovano a scontare la pena in regime di semilibertà. In attesa a quanto sembra di ulteriori sviluppi. “I nostri assistiti sono stati giudicati per il tentativo di violenza e non sulla morte - hanno dichiarato i legali di Albertoni e Vanneschi all'Ansa - A questo punto, dal momento che non c'è un giudicato, occorre ricostruire i fatti e capire se l'hotel avesse i requisiti necessari di sicurezza tali da impedire la caduta di Martina Rossi o di qualsiasi altro ospite, vuoi per malore, vuoi per sfuggire da qualcosa, vuoi per suicidarsi. Va stabilito, insomma, se il balcone fosse o meno a norma, c'è da capire se la balaustra fosse a norma e in grado di impedire qualsiasi caduta al di là delle cause di essa".

La prima udienza era stata fissata per il 7 marzo prossimo davanti al tribunale civile di Arezzo, ma a quanto pare è slittata poiché i difensori di Albertoni e Vanneschi hanno chiesto e ottenuto dal giudice Fabrizio Pieschi che venissero chiamati in causa anche i proprietari dell'hotel spagnolo in cui avvenne la tragedia e la catena alberghiera che lo possiede.

Per questa ragione bisognerà a quanto pare attendere la fine della prossima estate, considerando le tempistiche necessarie per notificare una citazione internazionale: i titolari della catena ricettiva iberica dovranno quindi presentarsi in tribunale nella città toscana il prossimo 19 settembre.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica