L'italiana morta a Maiorca "fuggiva da stupro": si va a processo

Il gip ha dato ragione all'accusa. Rinvio a giudizio per due giovani di Arezzo

L'italiana morta a Maiorca "fuggiva da stupro": si va a processo

Sono stati rinviati a giudizio Alessandro Albertoni, studente universitario e Luca Vanneschi, piccolo imprenditore, due 29enni accusati per la morte di Martina Rossi, studentessa di architettura genovese morta a 20 anni a Palma di Maiorca, in un caso che la difesa riteneva fosse di suicidio, ma che invece per l'altra parte porta con sé i gravi indizi di un tentativo di stupro.

Sono accusati di tentata violenza sessuale e di aver provocato la morte della ragazza in conseguenza ad un tentativo di stupro i due 29enni incontrati in un locale dalla ragazza, che era in compagnia di alcune amiche e con cui poi aveva raggiunto una camera al sesto piano dell’Hotel Sant’Ana, dove avevano trascorso la serata.

Scartata l'ipotesi di proscioglimento portata avanti dalla difesa. Il 13 dicembre ad Arezzo si celebrerà il processo, dopo che il gip Piergiorgio Ponticelli ha dato ragione alla tesi dell'acusa, sostenuta dal procuratore Roberto Rossi, che chiedeva il rinvio giudizio e la piena colpevolezza per Albertoni e Vanneschi.

La Rossi morì cadendo da un balcone del sesto piano il 3 agosto del 2011.

Scartata l'ipotesi di un suicidio - che fece archiviare il caso agli inquirenti in Spagna -, come anche quella di un pericoloso "gioco", che sarebbe consistito nel saltare da un balcone all'altro, resta in piedi l'ipotesi dell'accusa, secondo cui stava tentando di scappare "perché inseguita dai due ragazzi toscani che volevano stuprarla" e sarebbe scivolata su alcuni asciugamani bagnati.

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