La decisione di disapplicare il decreto del governo sull'immigrazione, firmato dal presidente della Repubblica, perché considerato illegittimo è costata al giudice Iolanda Apostolico un weekend di forti polemiche. Sulla liberazione di quattro tunisini trattenuti nel Cpr di Pozzallo pesa, infatti, l'ombra di un'influenza ideologica del giudice, che in passato, anche di recente, ha mostrato di avere particolarmente a cuore il tema migranti, sostenendo le Ong e i movimenti no-border.
"Non ho mai scritto alcun provvedimento condizionato dalle mie idee. Le mie motivazioni sono esclusivamente tecniche e giuridiche e sono sicura che reggeranno al vaglio della Cassazione", avrebbe detto il giudice, come riportato da Repubblica, al suo rientro al palazzo di Giustizia di Catania dopo le polemiche. "E comunque", avrebbe detto ancora Apostolico, "non avrei mai pensato che potessero arrivare a tanto". Eppure, i suoi post erano pubblici prima che decidesse di chiudere il suo profilo, probabilmente perché consapevole di quello che le sue esternazioni avrebbero potuto generare. Il giudice ha un orientamento politico ben definito, vicino alla sinistra radicale, sostiene le Ong, avrebbe voluto la sfiducia di Matteo Salvini e abbraccia la questione migratoria. Nella giornata di ieri, per altro, sembra che il giudice abbia avuto anche il tempo di effettuare le ricerche su Google sul vicepremier: "Ha ripetuto esattamente le stesse parole che ha usato contro i colleghi del tribunale dei ministri che hanno chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso Diciotti".
"Non voglio entrare nella polemica né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale", sono state le sue uniche dichiarazioni rilasciate alla stampa. Un'impugnazione che non tarderà ad arrivare, come ha già annunciato Matteo Piantedosi, titolare del Viminale, pronto a ricorrere contro la sua decisione. "L’obiettivo di tutti questi attacchi ignobili è quello di indebolire la forza giuridica del provvedimento. Aspettiamo serenamente che la situazione si sgonfi, anche perché di politico in questa scelta di mia moglie non c’è assolutamente nulla", fa sapere il marito di Apostolico, Massimo Mingrino, che non ha mai nascosto le sue preferenze politiche nettamente orientate verso la sinistra più rossa.
A seguito delle dichiarazioni del giudice riportate da Repubblica, che domenica la definiva un "cane sciolto" ma anche un magistrato "senza macchia e senza colore", la Lega con una nota risponde: "I giudici parlino con le sentenze, meglio se non politicizzate, e non con le interviste".
In una intervista a La Stampa, il responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli dichiara che "è inopportuno che un magistrato cerchi di fare delle scelte politiche al posto della politica" e sottolinea che "non c'è nessuno scontro" fra politica e magistratura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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