Resterà dov'è. Nonostante tutto. Iolanda Apostolico, il giudice che non ha convalidato il trattenimento di quattro tunisini e che è finita nelle polemiche per aver presenziato a una manifestazione di protesta contro le politiche sull'immigrazione dell'ex ministro Salvini, non verrà spostata ad altro incarico. Secondo quanto si apprende, infatti, non ci saranno modifiche nell'organizzazione interna del tribunale di Catania e il magistrato Apostolico resterà dunque al Gruppo specializzato per i diritti della persona e della immigrazione.
In linea teorica, la presidenza del tribunale potrebbe ancora modificare le cosiddette tabelle organizzative del suddetto ufficio, sottoponendo poi il provvedimento motivato al Consiglio giudiziario e al Csm, e assegnare di conseguenza la collega ad altra sezione. Ma - stando a quanto trapela da fonti giudiziarie riportate dalle agenzie di stampa - non sarebbe questa l'intenzione. Resta ferma la eventuale scelta di astensione della magistrata e la possibilità di ricusazione delle parti. Stando così le cose, a Catania non cambierebbe dunque nulla nonostante le polemiche sollevatesi attorno ad Apostolico e le richieste di sue dimissioni chieste dalla Lega.
"Apprezzamento per gli insulti contro Matteo Salvini postati dal compagno, mai smentiti, e imbarazzante presenza a una manifestazione dell'estrema sinistra con la folla che insultava le Forze dell'Ordine. Per rispetto nei confronti di tutti gli Italiani e delle istituzioni, ora ci aspettiamo le dimissioni immediate", aveva scritto in una nota il partito del Carroccio, proprio in riferimento alla vicenda del magistrato Apostolico. Poche ore prima, lo stesso leader leghista Matteo Salvini aveva definito il caso del giudice di Catania "motivo di grave imbarazzo per le istituzioni". E aveva aggiunto: "Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgono buonsenso ed equilibrio".
Sul dibattuto caso anche il premier Giorgia Meloni ha fatto pervenire una propria presa di posizione. "È legittimo chiedersi se qualcuno che partecipa a manifestazioni su quel tema, nel momento in cui decide, lo faccia con un pregiudizio o meno", ha detto il presidente del consiglio al termine del vertice informale di Granada, rispondendo a una domanda sull'argomento. "Salvini non mi ha parlato del video ma la polemica" sul presunto dossieraggio è "strumentale", ha aggiunto, riferendosi alle polemiche sollevate da sinistra sulla provenienza di quel filmato. "Era una manifestazione pubblica e la giudice era lì, non c'è niente di occulto", ha osservato al riguardo Meloni.
Intanto a esprimersi è stato anche il ministro della giustizia Carlo Nordio. "Dell'episodio di Catania sappiamo quello che abbiamo letto sui giornali, quindi notizie ufficiose sulle quali è giusto fare accertamenti. È nostro dovere accertare quello che è stato detto, anche per le interrogazioni parlamentari", ha affermato il guardasigilli a Trento, dove si trovava per un convegno. "In linea più generale - ha aggiunto il ministro - vorrei dire che mi sembra molto singolare, al di là del fatto concreto, che si parli di invasività della sfera privata di una persona quando vengono diffuse immagine di questa persona che partecipa ad un evento pubblico: se l'evento è pubblico la privacy non viene violata". Il riferimento era probabilmente alle rimostranze dell'Anm, che aveva parlato di "screening al passato, alla vita privata o pubblica" del giudice, e ad alcune critiche arrivate da sinistra. "Mi sono dolorosamente stupito che questa osservazione, su invasività e addirittura dossieraggio, riguardi comportamenti che sono pubblici. Così come sui social network è stata la stessa persona a voler esporre la propria privacy", ha concluso l'esponente di governo.
Nei giorni scorsi era stata formalmente depositata al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura la richiesta di aprire una pratica a tutela del giudice Apostolico.
La richiesta era stata firmata da tredici componenti togati di Area, Unicost, Md e da due indipendenti. Non avevano aderito il gruppo di Magistratura Indipendente. Così, la vicenda aveva creato fratture anche all'interno del Csm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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