La Cassazione "grazia" la band che inneggia alle Br

Niente custodia cautelare per i membri della band P38, finita a processo per apologia e istigazione al terrorismo. la decisione della Cassazione

La Cassazione "grazia" la band che inneggia alle Br
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La caso della band P38 è arrivato in Cassazione. Il gruppo musicale, che già nel nome richiama un periodo storico oscuro della storia italiana, essendo quella pistola uno dei simboli degli Anni di piombo, è stato "salvato" dai giudici. Lo scorso 30 giugno, infatti, sia l'ufficio gip che il tribunale del riesame, nel capoluogo piemontese, avevano respinto la proposta della procura di disporre misure cautelari. Oggi davanti alla Suprema Corte il procuratore generale ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso dei pubblici ministeri subalpini. Stessa richiesta è stata presentata dal collegio difensivo. Oggi, anche la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso.

Perché il gruppo è andato a processo? Dietro c'è la denuncia di un familiare di una vittima delle Brigate rosse, di cui il gruppo canta e al quale inneggia durante i suoi spettacoli e nelle locandine pubblicitarie. Si definiscono un "collettivo musicale" e ufficialmente non si conoscono i loro nomi ma soltanto gli pseudonimi usati pubblicamente, dove si esibivano indossando dei balaclava integrali che lasciano scoperti solo bocca e occhi. I riferimenti di questo gruppo erano ben precisi e circostanziati: andavano dall'Unione sovietica e sfociavano negli Anni di piombo, in particolare il gruppo si è rifatto spesso al gruppo Autonomia operaia, uno dei più attivi nei terribili anni degli attentati terroristici rossi e dei rapimenti. La denuncia contro il gruppo non è partita per un semplice atteggiamento da parte dei ragazzetti ma per testi esplicitamente violenti delle loro canzoni.

"Siamo le nuove Br, siamo le nuove Br, morte al pm", cantano in uno dei brani più celebri del loro repertorio. Per non parlare, poi, del brano che di intitola "Renault", che non nasconde l'esplicito riferimento a una delle pagine più orrende della storia italiana contemporanea, l'omicidio di Aldo Moro, il cui corpo venne fatto ritrovare proprio all'interno di una vettura di questa casa automobilistica. Mentre i giudici proseguivano nelle loro indagini e il processo andava avanti, Astore, uno dei membri del gruppo, organizzava i suoi concerti. Lo scorso maggio era in concerto nel centro sociale Csa Intifada di Roma, il prossimo 16 luglio si esibirà a Bologna insieme ad altri artisti.

"Fatti da parte, è arrivato il killer", si legge nel post social che lo annuncia. "Vi ricordiamo che gran parte del ricavato di queste serate andrà a coprire le spese legali per il processo che ci vede accusati di apologia e istigazione al terrorismo", si legge in un altro post.

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