“Non ha avuto la precedenza”. L'ipotesi del concorso di colpa a favore degli YouTuber

Il legale dello Youtuber alla guida del Lamborghini ammette una velocità superiore a quella consentita ma, ribadisce, "non è stata data la precedenza"

“Non ha avuto la precedenza”. L'ipotesi del concorso di colpa a favore degli YouTuber
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Le indagini sull'incidente di Casal Palocco procedono e si spera siano le telecamere posizionate sulla strada a fornire una verità oggettiva e inconfutabile. Al momento, per ovvie ragioni, la donna alla guida della Smart non ha fornito la sua versione ma a parlare sono sempre e solo TheBorderline, o chi per loro, che continuano a dare materiale alla stampa per rafforzare la propria linea. La donna, che è la madre di Manuel, unica vittima dello schianto, al momento della dimissione pare ricordasse molto poco di quanto accaduto, in evidente stato di choc dopo la perdita del figlio.

La difesa dello Youtuber

"Dalle immagini delle autovetture incidentate emerge in maniera inequivocabile che la Smart su cui viaggiava il piccolo Manuel ha riportato danni sulla fiancata destra. Alla luce di questo non si riesce a comprendere come si possa parlare di un impatto frontale", dice a Libero l'avvocato Francesco Consalvi, legale difensore di Matteo Di Pietro, il ragazzo che era alla guida della Lamborghini. Consalvi, alla sua prima intervista, è lo zio del giovane yuotuber, quindi ha almeno uno stimolo in più per tentare, legittimamente, tutte le strade per tentare di scagionarlo o, quanto meno, alleggerirgli l'eventuale pena.

"L’autovettura di Matteo procedeva nella sua corsia di marcia, non stava effettuando manovre azzardate. A lui non è stata data la precedenza. Lo dimostra il fatto che lo scontro è avvenuto nella corsia di competenza della Lamborghini che a seguito dell’impatto ha riportato i danni nella parte anteriore e la Smart ha riportato i danni nella parte laterale destra", prosegue l'avvocato nell'intervista, aggiungendo: "fuori di dubbio che la conducente della Smart stesse effettuando una manovra per svoltare, come ha lei stessa dichiarato".

La velocità e la reazione dei genitori

Il legale smentisce, come dichiarato da alcuni testimoni, che la vettura guidata dal nipote viaggiasse oltre i 100 km/h. Le persone presenti sul luogo dell'incidente non avevano gli strumenti per rilevare la velocità dalla Lamborghini ma si sono resi conto che andava ben oltre il limite fissato per quella strada. Il benzinaio vicino racconta anche di aver sentito una "sgasata" e poi il "botto". L'avvocato non smentisce che il guidatore andava oltre il limite ma, dice, "mi sento di dire che viaggiasse tra i 60-80 km orari". Almeno una velocità doppia rispetto a quella imposta, che dovrà comunque essere ancora accertata.

L'avvocato nega anche che i genitori dei ragazzi possano aver cercato di consolarli subito dopo l'incidente parlando di semplice "bravata", sostenendo che non abbiano mai rilasciato dichiarazioni a la Repubblica, anche se quelle riportate dal quotidiano sarebbero parole carpite da alcuni testimoni. Consalvi, quindi, spiega come sua sorella, la madre del guidatore, "appena ha appreso la notizia è stata irreperibile per ore. Temevamo il peggio, che si fosse suicidata". Invece, racconta il legale, "era corsa in chiesa dove è stata ore a pregare per Manuel e per sua madre Elena e la sorellina Aurora in ospedale".

I sospetti sui ritardi nei soccorsi

Ma non solo, l'avvocato riferisce anche che "le prima persone che hanno soccorso i due minori all’interno della Smart sono stati mio nipote Matteo Di Pietro e Gaia". Manuel pare sia anche stato rianimato ma "l’ambulanza è arrivata dopo circa un’ora e il bambino è deceduto in ambulanza". La verità verrà estrapolata dai supporti informatici presenti a bordo della vettura, dalle telecamere (una delle quali pare che qualcuno degli youtuber abbia tentato di nasconderla sotto il sedile della macchina) e dai cellulari dei giovani a bordo.

Le mosse di YouTube

Nel frattempo, dopo aver effettuato le verifiche del caso, anche YouTube ha deciso di intervenire nella vicenda, impedendo le successive monetizzazioni a canale dei TheBorderline: "Abbiamo rimosso gli annunci dal canale The Borderline in conformità con le nostre norme sulla responsabilità dei creator a seguito di comportamenti dannosi per la community di YouTube". La decisione della piattaforma Google è arrivata a seguito della mossa del collettivo, che domenica sera aveva annunciato l'interruzione delle attività, sempre attraverso YouTube.

Un'interruzione alla quale non ha però fatto seguito la chiusura del canale: pertanto, sui video presenti, i ragazzi avrebbero continuato a guadagnare.

Un cavillo che molti non avevano colto ma YouTube sì, che vista la non cancellazione ha deciso di intervenire in altro modo: "Ogni creator di YouTube dovrebbe rimanere responsabile sia all'interno che all'esterno della piattaforma. Di conseguenza questo canale non può più guadagnare dalla pubblicità".

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