Impagnatiello torna in aula, disposta la perizia psichiatrica. Lui: "Non sono pazzo"

Oggi in corte d'Assise a Milano il prosieguo dell'interrogatorio del barista imputato dell'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa incinta a 29 anni lo scorso maggio a Senago

Impagnatiello torna in aula, disposta la perizia psichiatrica. Lui: "Non sono pazzo"
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Accertare la capacità di intendere e di volere di Alessandro Impagnatiello al momento del fatto. Con questo scopo la corte d'Assise di Milano, presidente Antonella Bertoja, ha disposto, d'ufficio, la perizia psichiatrica per Alessandro Impagnatiello. L'udienza è stata quindi rinviata al 27 giugno per il conferimento dell'incarico ai periti. La decisione dopo la deposizione, questa mattina in aula, dei consulenti psichiatrici della difesa, Raniero Rossetti e Silvana Branciforte. Secondo gli esperti, il barista 31enne, reo confesso dell'omicidio della 29enne Giulia Tramontano, uccisa incinta al settimo mese di gravidanza, l'imputato avrebbe "dei tratti ossessivo compulsivi e dei tratti narcisistici. Si comporta in modo disfunzionale e asociale rispetto alla sua vita personale". Hanno spiegato che a loro avviso l'imputato avrebbe "un disturbo di personalità di tipo paranoide, rilevante a livello emozionale ma non cognitivo (il pensiero non è disturbato)". Sarebbe quindi lucido, anche se "quando è stato smascherato (le due donne con cui aveva relazioni parallelo hanno scoperto l'una dell'altra, ndr), ha perso un po' di senso di realtà". E hanno anche sottolineato: "Dispiace dirlo, soprattutto per rispetto alla famiglia della vittima, ma l'imputato mirava a sopprimere il feto che rappresentava una variabile nella sua scacchiera che non riusciva a controllare, non tanto per motivi economici ma per tutto il resto". Pur precisando che quella da loro firmata (e depositata agli atti del processo la scorsa udienza) non è una ctu in senso stretto, ma una consulenza basata su una conoscenza dell'imputato di in paio di incontri, hanno spiegato che nel suo caso "l'ossessivo si tramuta in paranoia".

All'inizio del suo interrogatorio in aula davanti alla corte d'Assise di Milano, Impagnatiello, tornando a rispondere alle domande delle avvocate che lo assistono, Giulia Geradini e Samantha Barbaglia, ha detto: "Non penso di essere pazzo, ho sperato di esserlo negli scorsi mesi per dare una risposta ma non penso di esserlo". Ha poi proseguito: "Io e Giulia avevamo un progetto di vita definitivo in Spagna, in particolare alle Canarie, la mia unica importante ragione per non spostarmi da Milano era mio figlio (il bambino avuto da una precedente relazione, ndr)". E anche: "Avevamo posticipato il progetto di trasferirci in Spagna di altri cinque anni. Il bambino in arrivo sarebbe stato ancora piccolo, l’altro invece avrebbe raggiunto un’età, 12 o 13 anni, in cui avrebbe iniziato un primo distacco dai genitori". Ecco perché, spiega l'imputato, "io e Giulia andammo a Ibiza, quando lei era incinta, per vedere l’aria, le persone, il cibo e ipotizzare come potesse essere un giorno vivere davvero lì. In quella vacanza passammo dei giorni in relax totale tra mare e tramonti. È stato tutto perfetto".

Impagnatiello ha continuato a rispondere alle domande delle parti. In particolare ha affermato che, nel corso di quella vacanza a Ibiza insieme a Giulia, aveva interrotto la relazione con l'altra ragazza, sua collega di lavoro e che era rimasta incinta a sua volta. "Le dissi che andavo in vacanza con amici, quindi non l'ho sentita. Lei mi ha mandato dei messaggi ma io non le rispondevo, quando lei capì che non le stavo rispondendo mi disse 'va bene, ci sentiamo quando puoi al tuo ritorno'. Volevo staccarmi da lei". Per fare emergere una delle (tante) contraddizioni nel suo racconto, la pm Alessia Menegazzo, che ha coordinato l'inchiesta dei carabinieri di Milano, ha depositato 500 messaggi scambiati tra lui e l'altra ragazza proprio nel corso di quella vacanza. Di fronte ai tabulati, l'imputato ha rispondere: "Sì ci sono stati i messaggi, ma mi sono distanziato tantissimo da lei. Certo le mandavo magari una foto del mare, lei rispondeva con 10-15 messaggi, ma era una cosa minuscola rispetto ai messaggi che ci mandavamo di solito quando eravamo a Milano".

"Nel corso di queste ultime settimane, tanti operatori con cui sono venuto a contatto a livello carcerario, mi hanno suggerito di andare avanti. Sicuramente - ha detto infine il 31enne rilasciando dichiarazioni spontanee - è facile a dirsi, difficile a farsi. Sarebbe facile dimenticare ma uno resta aggrappato al presente. Io so che non posso tornare indieto, potessi farlo farei qualsiasi cosa, sto lavorando su me stesso, porto avanti la mia esistenza meccanicamente". E ancora: "Non so cosa sarà il mio futuro, la mia esistenza, probabilmente credo di avere trovato lo scopo della mia nuova vita, lo scopo di fare qualcosa, rispetto alle possibilità che mi verranno date nel corso degli anni, anche se il risultato finale non potrò riportarlo indietro. Risarcire per rimediare sarà il mio scopo della vita".

"Cara Giulia, non è più tempo di orrore, non è più tempo di bugie, di egoismo e cattiveria.

Chiunque ti abbia incrociato nel percorso della vita, conserva oggi un dolce ricordo che resterà un segno indelebile nella sua anima", è stato il messaggio, su Instagram, di Loredana Femiano, la mamma di Giulia.

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