L'app-spia e i 4 giorni per prepararsi: così Turetta ha pianificato l'omicidio di Giulia Cecchettin

Dalle indagini emerge come Filippo Turetta avrebbe monitorato le attività di Giulia Cecchettin con una "app-spia"

L'app-spia e i 4 giorni per prepararsi: così Turetta ha pianificato l'omicidio di Giulia Cecchettin
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Omicidio premeditato, stalking, sequestro di persona, porto abusivo d’armi, occultamento di cadavere. Queste le accuse contestate a Filippo Turetta per l’omicidio della ex Giulia Cecchettin avvenuto l’11 novembre 2023: l’Italia era in attesa di questa pronuncia, dacché il 23enne era stato catturato alla fine della sua fuga in Germania e aveva confessato il delitto. Ma alcuni dettagli che emergono sono inediti.

Uno di questi dettagli coinvolge un’“app-spia” scaricata sul proprio smartphone, con cui Filippo avrebbe osservato senza che nessuno sapesse tutte le attività online di Giulia, dalle telefonate ai messaggi, fino alle ricerche effettuate e alle applicazioni utilizzate. È quello che emerge alla fine delle indagini condotte dai carabinieri di Venezia e guidate dal procuratore capo Bruno Cherchi e dal sostituto Andrea Petroni, come riporta il Corriere della Sera.

Secondo la procura la premeditazione sarebbe stata messa in atto “almeno dal 7 novembre”: dal suo computer è stato recuperato dagli inquirenti un file - precedentemente cancellato - in cui Turetta aveva annotato come poter immobilizzare Giulia (aveva inoltre effettuato ricerche su “nastro isolante, manette, cordame, badili, sacchi neri”) e cosa potesse servire alla sua fuga, ovvero “soldi contanti, abiti puliti, provviste, per ridurre al minimo il contatto con terzi”. E oltre alla premeditazione per la procura ci sarebbero state anche crudeltà, per via del numero delle coltellate (75) e il presunto overkilling, ed efferatezza.

Turetta merita un processo giusto, senza troppa eco mediatica, i giudici popolari non dovranno essere troppo coinvolti da questa vicenda” ha commentato Cherchi, che ha avvolto tra l’altro il materiale raccolto dai legali della famiglia Cecchettin, ovvero Nicodemo Gentile e Stefano Tigani. I due avvocati avevano infatti prodotto una mole di messaggi e dichiarazioni delle persone più vicine a Giulia in merito al comportamento di Filippo nei suoi confronti.

Ci saranno dei tempi tecnici ora, da attendere. La difesa di Turetta dovrà analizzare l’intero fascicolo di indagine e non è detto che non ci possa essere una perizia psichiatrica, date le circostanze pregresse: il 23enne si era infatti rivolto all’aiuto psicologico dell’Asl, partecipando a qualche seduta.

Il movente da sempre ipotizzato per l’omicidio di Giulia è quello che di solito ricorre per tutti i femminicidi o presunti tali: la possessione. Giulia aveva lasciato Filippo da alcuni mesi. Nonostante fosse stata colpita da un grave lutto famigliare, la recente morte della madre, la giovane aveva una grande forza d’animo e si avviava a una vita di successi personali: pochi giorni dopo l’omicidio avrebbe discusso la tesi in Ingegneria biomedica e stava frequentando in Emilia Romagna una scuola di illustrazione e fumetto.

Voleva diventare un’illustratrice di libri per bambini Giulia Cecchettin.

Come quello trovato vicino al suo corpo, abbandonato nei pressi del lago di Barcis in Friuli da Turetta, “Anche i mostri si lavano i denti”. Del libro non è stato ancora ricostruito il significato. E manca ancora all’appello il computer di Giulia, che conteneva la sua tesi, i suoi lavori, i suoi sogni. Infranti e spezzati in una notte d’autunno.

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