Uccise Sharon "tanto per fare". La mossa di Sangare per lo sconto di pena: "Sono innocente"

La 33enne fu accoltellata in strada a Terno d'Isola la notte del 30 luglio 2024. Il legale dell'imputato, reo confesso, ha chiesto e ottenuto la perizia psichiatrica. I familiari della vittima: "Confidiamo nella giustizia"

Uccise Sharon "tanto per fare". La mossa di Sangare per lo sconto di pena: "Sono innocente"
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Moussa Sangare, reo confesso di aver ucciso Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata in strada a Terno d'Isola (Bergamo) la notte del 30 luglio 2024, sarà sottoposto a una perizia pischiatrica. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Bergamo nella prima udienza del processo a carico del 31enne, che risponde di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi e minorata difesa della vittima. "Volevo solo dire che sono innocente", ha detto in aula l'imputato, scatenando reazioni di sconcerto da parte dei familiari di Verzeni.

La perizia psichiatrica

La perizia psichiatrica servirà a valutare sia la capacità di stare in giudizio sia la capacità di intendere e volere al momento del fatto di Moussa Sangare. Le richieste, ha spiegato l'avvocato Giacomo Maj, che difende il 31enne, "derivano direttamente dalla documentazione da cui si evince che ci sono problemi di natura psichiatrica" emersi in seguito alle visite a cui il suo assistito è stato sottoposto sia nel carcere di Bergamo, e successivamente in quello di San Vittore, sia dalla relazione degli assistenti sociali del Comune di Susio dove il giovane viveva. Sangare "dal suo rientro da un viaggio negli Usa è del tutto cambiato", ha spiegato l'avvocato Maj, mettendo in atto "atteggiamenti non consoni e distaccati da realtà".

Il pm

Il pm di Bergamo Emanuele Marchisio si è opposto alla richiesta del difensore, sottolineando come Sangare, dopo l'omicidio, si sia comportato con "una certa intelligenza" nel tentativo di depistare le indagini: "È scappato, ha cambiato la bicicletta, si è tagliato i capelli". Quanto alla presunta incapacità di stare in giudizio, il pm ha spiegato che si tratta di una "forzatura logica". E infine, circa la capacità di intendere e volere al momento dell'omicidio, il pubblico ministero ha parlato di "apatia morale", rimettendo l'ultima parola alla Corte.

La reazione dei familiari di Sharon

I familiari di Sharon Verzeni, che hanno partecipato all'udienza, si sono detti "sorpresi" dalla decisione dei giudici. "Siamo stati un po' sorpresi dalla decisione della Corte, soprattutto sull'ammissione della incapacità processuale e del fatto che quindi ci vorrà la perizia per questo", ha dichiarato Bruno Verzeni, il papà della 33enne uscendo dal tribunale. In aula erano presenti anche il fidanzato della giovane, Sergio Ruocco, la mamma e la sorella, che si sono costituiti parte civile.

L'omicidio

Sharon Verzeni fu uccisa la notte del 30 luglio scorso in strada a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo. Stava facendo una passeggiata quando, a un certo punto del percorso, venne aggredita e ferita al petto da uno sconosciuto armato di coltello. Si accasciò e morì nel giro di pochi minuti. Le telecamere di sorveglianza cittadina ripresero la fuga del killer, che si allontanò dalla scena del crimine in sella a una bicicletta. Dopo un mese di indagini senza sosta, durante il quale venne prelevato anche il dna ad alcuni residenti, il presunto assassino venne identificato in Moussa Sangare. Il 31enne confessò il delitto, ammettendo di aver scelto la vittima "a caso", mosso dal desiderio di "vedere cosa si prova" a uccidere una persona.

La sera dell'omicidio uscì di casa armato di coltello e, nei giorni successivi, cercò di camuffare il suo aspetto. Era già stato segnalato ai servizi sociali per alcuni comportamenti violenti nei confronti della madre e della sorella.

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