Mentre si attende l'avvio della commissione parlamentare d'inchiesta per fare finalmente luce sul caso di Emanuela Orlandi, continuano ad emergere inquietanti dettagli circa la vicenda della 15enne scomparsa nel giugno del 1983.
Solo pochi giorni fa, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha dichiarato a DiMartedì di ritenere attendibili quei cinque fogli divulgati nel 2017 in cui sarebbe contenuto il rendiconto delle spese affrontate dalla Santa Sede per mantenere la ragazza in un convento di Londra. Ma non finisce qui, perché ora si torna anche a parlare di una misteriosa audiocassetta.
Il messaggio scioccante nell'audiocassetta
Nuovamente ospite a DiMartedì, talk su La7, Pietro Orlandi è voluto tornare su un messaggio audio che già nel 2016 aveva condiviso con la trasmissione Chi L'ha Visto. Si tratta di un'audiocassetta che il 17 luglio 1983, poco tempo dopo la scomparsa di Emanuela, i presunti rapitori lasciarono nelle vicinanze del Quirinale. Il contenuto del documento audio è a dir poco inquietante, e ad ascoltarlo interamente fu Ettore Orlandi, il padre di Emanuela.
Nel corso della trasmissione, Giovanni Floris fa riascoltare alcune parti, tralasciando le più strazianti. Nell'audio si sentono dei lamenti e una voce femminile che esclama: "Oh Dio… il sangue! … ma che cos'è… quanto sangue! ahio aaah! Che mi fai… per favore mi lasci dormire adesso!". E, ancora: "Oh Dio, ahio... oh Dio, perché non la smette... perché Dio perché... ".
Tutto fa pensare a una violenza in atto nei confronti della ragazza registrata. La vittima si lamenta, ha il respiro affannoso. Dalla trascrizione emerge più volte anche la parola "basta", pronunciata con voce ovattata, come se la bocca fosse tappata da qualcosa.
Analizzato dalla Digos, il messaggio non fu collegato alla scomparsa di Emanuela. Al padre della ragazza fu spiegato che si trattava di un pezzo registrato da un film porno. Anni dopo, però, Pietro ha trovato la forza di ascoltare a sua volta quell'audio, riconoscendo la voce della sorella.
"Era mia sorella"
"Telefonarono all'Ansa, dissero che avevano lasciato un'altra audiocassetta quattro giorni prima sotto il colonnato di San Pietro, subito prelevata dai funzionari vaticani", racconta Pietro Orlandi. "Ne rilasciarono un'altra nei pressi del Quirinale e subito venne presa in consegna dai funzionari della Digos stavolta. L'ascoltò anche mio padre, che da una frase, quel 'per favore mi lasci dormire adesso', disse: 'A me sembra proprio Emanuela'. Mio padre era sconvolto".
Chi è la ragazza dell'audio? Si trattava davvero di un pezzo estrapolato da un film a luci rosse, come è poi stato detto a Ettore Orlandi, o era Emanuela? Pietro rivela di aver voluto riascoltare l'audiocassetta nel 2016, dopo la chiusura dell'inchiesta. Trovò delle copie Cd in Procura. "Appena ho sentito quella frase, quel 'mi lasci dormire'... per me è la voce di Emanuela", spiega.
In allarme, Pietro cercò allora l'audiocassetta originale. "Sono stato anche all'Archivio di Stato, ho fatto parecchi giri. Ho trovato anche i documenti del Sismi, perché loro analizzarono quell'audio.
Dai loro documenti risulta che quelle voci non sono finzione, non è un film porno e le frasi da voce femminile sentite con molta probabilità appartengono ad Emanuela", racconta, "e allora perché a mio padre dissero: 'Stia tranquillo, Emanuela non c'entra nulla?'"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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