Quelle impronte ignote sul nastro adesivo: nuovo giallo nel caso Mollicone

La ragazza è stata uccisa da un gruppo di persone. Ma il tribunale ha assolto tutti gli imputati

Quelle impronte ignote sul nastro adesivo: nuovo giallo nel caso Mollicone

Sono oltre duecento le pagine scritte dai magistrati della Corte d’Assise di Cassino, in provincia di Frosinone, per motivare l’assoluzione dei cinque indagati dell’omicidio della 19enne Serena Mollicone, il cui cadavere fu ritrovato il 3 giugno del 2001 ad Arce, piccolo centro del Frusinate. Ieri, il Giornale.it aveva dato la notizia della mancanza di prove sufficienti per incolpare gli imputati, ma leggendo la sentenza dei giudici emergono strani particolari che rendono sempre più misteriosa l’intera vicenda.

Il giallo delle impronte

Marco Mottola, i suoi genitori Franco, ex comandante dei carabinieri di Arce, e Anna Maria, oltre al vice maresciallo Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano, sono stati tutti scagionati. Inizialmente erano sospettati i primi dell’omicidio, gli altri due carabinieri di concorso esterno e di favoreggiamento. Il giallo che viene fuori dalle carte dei magistrati, però, riguarda alcune impronte rilevate sul nastro adesivo con cui Serena Mollicone era stata legata, ma non si riesce a capire a chi appartengano. Tutto ciò, come riporta il quotidiano Il Giorno, ha spinto i giudici a emettere la sentenza di assoluzione.

La motivazione dell’assoluzione degli imputati

“Gli esiti dibattimentali – hanno scritto gli inquirenti – non offrono indizi gravi, precisi e concordanti sulla base dei quali possa ritenersi provata, oltre ogni ragionevole dubbio la commissione in concorso da parte degli imputati della condotta omicidiaria contestata. Come già ampiamente esaminato, numerosi elementi indiziari, costituenti dei tasselli fondamentali dell’impianto accusatorio del pm, non sono risultati sorretti da sufficiente e convincente compendio probatorio”. Dalle indagini non emergerebbero prove dei presunti depistaggi che il comandante Mottola avrebbe architettato subito dopo l’omicidio della ragazza. Le accuse del pubblico ministero si sarebbero rivelate non fondate e, per la maggior parte, inconsistenti.

Il coinvolgimento di soggetti terzi

Il rinvenimento di impronte digitali sul nastro adesivo che legava il corpo della 19enne, nessuna delle quali appartenenti ai cinque indagati, ha fatto presumere ai giudici che esiste l’implicazione di soggetti terzi che risultano ancora ignoti.

Per il momento emerge che una delle impronte è sicuramente di genere maschile. Gli inquirenti, in ogni caso, continuano a pensare che Serena Mollicone sia stata uccisa da un gruppo di persone che l’hanno prima colpita alla testa e poi soffocata.

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