Quell'informativa su Open Arms mai arrivata al Tar e ai legali di Salvini

Scoppia il caso del video e della relativa informativa sulla condotta di Open Arms nell'agosto del 2019: durante il processo contro Salvini, la difesa del leader della Lega ha sottolineato come i documenti non sono mai arrivati a destinazione nonostante fossero stati trasmessi alle procure

Quell'informativa su Open Arms mai arrivata al Tar e ai legali di Salvini

Anche se oggi erano attesi due ex colleghi ministri di Matteo Salvini, ossia Emanuela Trenta e Danilo Toninelli, nella nuova udienza del processo Open Arms a prendersi la scena è stato il caso relativo al video girato da un sommergibile italiano il primo agosto 2019. E non solo per il contenuto, ma anche perché, come sottolineato dalla difesa di Salvini, nonostante la sua rilevanza non era ancora stato acquisito agli atti.

Poteva cambiare le sorti del procedimento

Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Salvini, in aula a Palermo ha più volte battuto sulla presenza di file video ritenuti fondamentali per comprendere meglio la vicenda Open Arms. La difesa del ministro punta a dimostrare soprattutto che le immagini, se fossero state tirate fuori al momento giusto, avrebbero fatto completamente cambiare la storia del procedimento.

Il motivo è semplice: nell'agosto 2019, quando l'Ong spagnola Open Arms ha fatto ricorso al Tar contro la decisione del governo di negare un porto sicuro alla propria nave, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso sostenendo che nel comportamento della stessa Ong non c'erano delle anomalie.

Vincendo il ricorso, gli attivisti spagnoli sono quindi riusciti a far decadere l'ordinanza con cui il Viminale aveva vietato l'ingresso a Open Arms. Un ingresso rimasto sempre in bilico per via di una seconda ordinanza, finita poi al centro dell'inchiesta.

Eppure secondo l'avvocato Bongiorno nel video oggetto oggi del dibattimento sarebbero emerse molte anomalie. In particolare, si nota come al termine del dialogo in spagnolo tra due persone, di cui una "probabilmente a bordo", l'Open Arms ha cambiato improvvisamente rotta dirigendosi poi in un punto dove è stato trovato il primo barchino con migranti a bordo soccorso in quell'agosto del 2019.

Secondo la Bongiorno il video potrebbe provare “la presenza di scafisti e di comunicazioni rilevanti con la Ong”. Ad ogni modo, se le immagini fossero state prese in esame dal Tar, secondo fonti vicine a Salvini i giudici amministrativi avrebbero avanzato dei sospetti sul comportamento dell'Ong, potendo cambiare la propria decisione. E, di conseguenza, l'intera storia della vincenda.

Un video tenuto nei cassetti per molto tempo

Ma chi ha girato il video? E da dove salta fuori? Le immagini si riferiscono al primo agosto del 2019 e sono state girate a bordo del sommergibile Venuti della marina italiana, presente in quel momento vicino la zona in cui si trovava Open Arms.

Del video si è iniziato a parlare nella scorsa udienza. Il dirigente del Viminale Fabrizio Mancini infatti aveva fatto riferimento proprio alla presenza di un video girato dalla Venuti. Si è scoperto in seguito che, oltre al video, esisteva un'informativa della Marina.

Nel documento in questione è stato fatto esplicito riferimento ai sospetti sull'attività di Open Arms. Eppure al Tar l'informativa non è mai arrivata.

E questo nonostante fosse stata trasmessa, come sottolineato da fonti vicine a Salvini, alle procure di Catania, Siracusa, Ragusa, Messina, Palermo, Agrigento, Sciacca e Roma.

Nessuno in questi anni ne ha potuto prendere visione. Nemmeno i senatori chiamati a decidere sull'eventuale immunità da accordare all'ex ministro dell'Interno.

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