Rapì e fece a pezzi Iole Tassisanti: al killer concesso il permesso premio

Michele Fusaro fu condannato a 30 di carcere per aver ucciso e fatto a pezzi Iole Tassisanti, 15 anni fa. Il 56enne ha ottenuto un permesso premio di 10 ore per buona condotta

Rapì e fece a pezzi Iole Tassisanti: al killer concesso il permesso premio

"Mi aspettavo questo. Non mi illudevo sul fatto che non sarebbe arrivato e, purtroppo è arrivato. Che posso dire? È un brutto colpo". Lo confida al Corriere.it Luisa Tassisanti, la sorella di Jole Tassisanti, figlia 42enne di un notaio di Castelfranco Veneto (Treviso), rapita e fatta a pezzi nel dicembre del 2007 da Michele Fusaro, un falegname di Bassano del Grappa. L’uomo, che oggi ha 56 anni e si trova recluso nel carcere di Padova, ha ottenuto un permesso premio di dieci ore per buona condotta. Lunedì 6 marzo ha trascorso un po’ di tempo con la famiglia, in compagnia del cappellano del penitenziario, Don Marco Pozza, salvo poi rientrare in cella.

Il provvedimento una tantum

Condannato a 30 anni di reclusione, 13 anni fa, lo scorso autunno Michele Fusaro aveva chiesto la scarcerazione anticipata. Beneficio di legge che gli era stato negato dalla Cassazione poiché l’ex falegname aveva formulato la richiesta personalmente, ovvero, scrivendo una lettera di suo pugno. Il permesso premio assegnato all’omicida di Iole Tassisanti fa testo al riconoscimento della buona condotta in carcere. Nella fattispecie, si tratta di un provvedimento una tantum, e che quindi non diventerà la norma. "Mi sento sollevata - dice ancora la sorella della vittima - Mi avevano detto che lui era fuori ogni giorni per dieci ore. Sapere che si tratta di un permesso unico, mi fa sentire un po’ più sollevata".

Perché Fusaro può chiedere il permesso premio

La possibilità di richiedere permessi premio è stata riconosciuta a Fusaro dal Tribunale di Sorveglianza di Pavia nel 2020, quando non aveva ancora espiato la metà della pena. I giudici avevano ritenuto esistenti le condizioni della cosiddetta "collaborazione impossibile" che, nel caso specifico del 56enne, si traducono nell’oggettiva impossibilità di collaborare con la Giustizia. In buona sostanza, secondo i magistrati pavesi, l’ex falegname non avrebbe più nulla da rivelare sull’omicidio della povera Iole.

L’omicidio di Iole Tassisanti e i dubbi sui complici

Iole Tassisanti scomparve da Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, il dodici dicembre del 2007. Il cadavere fu rinvenuto all’interno di un garage, fatto a pezzi e i resti infilato in un sacco nero, in un condominio di Bassano del Grappa. Per il brutale omicidio fu arresto Michele Fusaro, un falegname 41enne del posto. In primo grado, nel 2009, l’imputato fu condannato a 30 anni di carcere. Un anno dopo, in Appello, la pena tramutò in ergastolo. Ma poi la Cassazione gli assegnò, in via definitiva, una condanna a 30 anni di reclusione. I familiari della vittima sono convinti che Fusaro abbia avuto dei complici. "Fin dall’inizio dell’indagine e poi nel processo Fusaro non ha mai collaborato alla ricostruzione della verità, né ha confermato di aver avuto complici, cosa che mi pare evidente", spiega al Corriere.

it il legale della famiglia Tassisanti, l’avvocato Roberto Quintavalle. Poi, riguardo al permesso premio, commenta: "Mi stupisce. C’è la buona condotta? Beh, in carcere è complicato fare male… Che altro dire?".

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