Renato Vallanzasca può lasciare il carcere. Sarà trasferito in una Rsa

L'ex boss della Comasina uscirà dal carcere dopo 52 anni. Nei prossimi giorni sarà trasferito in una struttura residenziale in Veneto per persone affette da Alzheimer

Renato Vallanzasca può lasciare il carcere. Sarà trasferito in una Rsa
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Renato Vallanzasca lascerà il carcere di Bollate. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, collegio presieduto dal giudice Carmen D'Elia, ha disposto il trasferimento in una Rsa per l'ex boss della Comasina con il differimento della pena in regime di detenzione domiciliare. I giudici, accogliendo l'istanza presentata dei difensori Corrado Limentani e Paolo Muzzi, hanno riconosciuto il decadimento cognitivo del detenuto. Vallanzasca sarà trasferito in una struttura del Padovano per persone affette da Alzheimer e demenza senile.

La relazione degli psichiatri

Nei giorni scorsi, gli specialisti dell'Ambulatorio di Psichiatria del servizio di Medicina penitenziaria dell'Asst San Paolo avevano segnalato, in una relazione ai giudice, che la condizione "più adeguata all'attuale situazione di salute del paziente" sarebbe stata il trasferimento in una struttura di tipo assistenziale, ovvero una Rsa, ritenendo che l'attuale stato del detenuto fosse incompatibile con il regime carcerario "per la necessità di un'assistenza sempre più intensa e continuativa". Nel documento gli psichiatri evidenziano che "Vallanzasca fatica a riconoscere le persone, è sofferente perché non riesce a esprimere col linguaggio quello che pensa, deambula in modo lento, non è autonomo nella cura della persona". Anche il rappresentante della Procura Generale aveva concluso per l'accogliemento dell'istanza presentata dai legali del 74enne.

L'ascesa criminale di Vallanzasca

Bandito di spicco della mala milanese tra gli anni '70 e '80, Vallanzasca ha trascorso 52 anni della sua esistenza in carcere. Tra il 1972 e il 1987 uccise quattro poliziotti (Bruno Lucchesi, Antonio Furlato, Michele Giglio e Giovanni Ripani) e, successivamente, si macchiò dell'assassinio di un giovane detenuto nel carcere di Novara, Massimo Loi. La sua carriera criminale è costellata anche dai illustri sequestri, come quello di Emanuela Trapani, la figlia 16enne dell'allora presidente della Camera di commercio milanese, Gaetano Trapani, liberata a seguito di un riscatto da un miliardo di vecchie lire.

Altrettanto note sono le evasioni rocambolesche dal carcere di San Vittore e dal traghetto che doveva portarlo in Sardegna, durante il trasferimento nell'istituto penitenziario Badu 'e Carros di Nuoro. Vallanzasca è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione.

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