Ecco chi ha rivendicato il rapimento di Emanuela Orlandi: chi è e dove abita

È stata individuata l'identità di una donna che nel 1983 recitò una rivendicazione per Emanuela Orlandi in un'audiocassetta inviata dagli Stati Uniti

Ecco chi ha rivendicato il rapimento di Emanuela Orlandi: chi è e dove abita
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Ha un volto e un nome - anche se naturalmente non sono stati diffusi - la donna che inviò uno dei messaggi di rivendicazione in un finto accento anglofono per il rapimento di Emanuela Orlandi. Si tratta di una donna di Roma Nord che oggi ha 59 anni, ma nel 1983 era una 19enne. La sua identità è emersa, come riporta il Corriere della Sera, all’interno delle indagini legate al furto della bara di Kety Skerl - adolescente uccisa nel 1984 - avvenuto al Verano nel 2022.

Durante uno degli interrogatori del pm Erminio Amelio, è stato sentito Marco Accetti, fotografo e regista, già condannato per l’omicidio preterintenzionale di un 12enne, Jose Garramon, avvenuto nel dicembre 1983. Accetti è la stessa persona che nel 2013 affermò di essere in possesso del flauto di Emanuela Orlandi, flauto che poi si è rivelato essere molto simile ma non lo stesso dell’adolescente cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983.

Durante questi interrogatori è stato fatto il nome di una donna che a dicembre 1983 avrebbe registrato su cassetta una delle 4 rivendicazioni relative al caso di Emanuela Orlandi, in cui si chiedeva uno scambio con Mehmet Ali Agca, che il 13 maggio 1981 aveva sparato a papa Giovanni Paolo II, venendo subito arrestato: l’audiocassetta sarebbe poi stata inviata da Boston, città nel Massachusetts, a un corrispondente per l’Italia della Cbs, Richard Roth. Pare che la donna, ascoltata dagli inquirenti, abbia confermato che quella voce appartenesse a lei, ma ha rivelato che al tempo stesso all’epoca credette si trattasse di una sorta di scherzo: avrebbe solo dovuto recitare un comunicato che le era stato dato. Ma a questo punto la domanda è: chi glielo aveva dato?

Lo stesso Accetti era stato identificato in passato come uno dei “telefonisti” per conto dei presunti sequestratori di Emanuela Orlandi. E nell’autunno del 1983 la moglie di Accetti si trovava proprio a Boston. Ma non è dato sapere chi sia stato il tramite che dalla registrazione di quella giovane di Roma Nord abbia portato l’audiocassetta negli Stati Uniti.

Bisognerà vedere se ora questo dettaglio, dall’inchiesta sul furto nella tomba di Skerl, potrà interessare gli inquirenti al lavoro sul caso Orlandi.

Nel gennaio 2023 infatti il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi ha infatti aperto un’indagine, seguito successivamente dalla procura di Roma, la stessa che cerca di fare luce sulla vicenda di Skerl, 17enne trovata strangolata a Grottaferrata, il cui nome è spesso spuntato, senza grossi risultati, accostato alla scomparsa di Emanuela Orlandi.

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