Scontro tra treni a Faenza, sul Frecciarossa c'era l'ad di Rfi. "Non è intervenuto"

Urto tra treni a Faenza. Sul Frecciarossa c'era anche Strisciuglio. Rfi assicura: "L'ad non è intervenuto nelle procedure"

Scontro tra treni a Faenza, sul Frecciarossa c'era l'ad di Rfi. "Non è intervenuto"
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Mentre proseguono le indagini dello scontro fra treni avvenuto lo scorso 10 dicembre, emerge un presunto dettaglio prontamente smentito. Come riporta il Manifesto, a bordo del Frecciarossa Lecce-Venezia, entrato in collisione, mentre retrocedeva, con il regionale Pesaro-Bologna fermo a un semaforo rosso, c’era l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) Gianpiero Strisciuglio. La versione sarebbe emersa da alcune chat dei macchinisti.

La presenza dell'ad di Rfi sull’Etr 600 - scrive il Manifesto - ha portato a risolvere nel più breve tempo possibile il guasto con l'intervento della sala operativa che avrebbe richiesto l'applicazione di una procedura che prevede un intervento agli organi esterni del treno: una particolare pressione che potrebbe aver indotto in errore il macchinista unico”. Il Frecciarossa era fermo per un guasto prima dell’incidente.

Rfi ha prontamente smentito, spiegando che Strisciuglio “non ha palesato a Trenitalia la sua presenza sul treno” e che “non è intervenuto sulle procedure che il macchinista avrebbe applicato alle circostanze”. La nota, che conferma come in effetti l’amministratore delegato fosse sul treno, giunge congiuntamente da Rfi e Trenitalia. Quindi l’ad “era sì a bordo del Frecciarossa 8828 Lecce-Venezia per motivi di lavoro, ma non ha palesato la sua carica, resa nota soltanto dopo l’accaduto”.

Trenitalia ha tenuto inoltre a precisare che sul tamponamento dei due treni sulla linea Bologna-Rimini a una manciata di chilometri da Faenza, “sono in corso approfondimenti ed è stata nominata una commissione interna per accertare la dinamica dell’accaduto”, ovvero della retrocessione del Frecciarossa ma non solo.

Al momento c’è un indagato: si tratta di uno dei due macchinisti, un 44enne della provincia di Venezia. È un atto dovuto operato dalla procura di Ravenna anche a garanzia del lavoratore, dato che si sta operando con la volontà di stabilire le cause del disastro ferroviario. Sarà quindi disposta una consulenza tecnica per esaminare se ci sia stato errore umano, guasto meccanico o altro. L’indagine non riguarderà lesioni colpose, dato che il ferito più grave ha riportato una prognosi di trenta giorni, reato che prevede la sola querela.

Quella della retrocessione del Frecciarossa - in retromarcia per inerzia legata alla pendenza della tratta - è infatti la prima ricostruzione operata da Trenitalia.

L’incidente non ha provocato ferimenti gravi (sebbene ci sia stata, naturalmente, tanta paura tra i 460 passeggeri a bordo dei due veicoli), anche per via della bassissima velocità del Frecciarossa, ma si sono verificati molti disservizi sulla linea ferroviaria.

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