Avevano "sentito dire" che quell'uomo era "un pedofilo". E così, una sera di agosto, alcuni bulli di quartiere decisero di pestarlo a sangue ritenendo di doversi fare giustizia da soli. La vittima della brutale aggressione, Sergio Faveto, un ingegnere di 51 anni, morì dopo alcuni giorni per via di un'embolia causata dalle forti percosse subite. Era innocente. Oggi, a quasi un anno dalla tragedia, i carabinieri della Compagnia Genova San Martino hanno dato seguito a un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 19enne, ora agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Anche un altro ragazzo di 17 anni è indagato a piede libero. Come riporta il Corriere.it, agli atti dell'inchiesta ci sono anche alcune intercettazioni che rischiano di aggravare la posizione dei presunti autori del pestaggio.
La brutale aggressione
La tragedia si è consumata la sera del 3 agosto 2022 in piazza Unità d'Italia, tra i palazzi dell'edilizia popolare Erp, nel quartiere "Arizona" di Genova. I due ragazzi - B.D e C.A, le inziali dei nomi - aggredirono a pugni e calci l'ingegnere sotto casa. Il 51enne fu soccorso nell'immediatezza dei fatti e trasportato all'ospedale con lesioni gravi al corpo. Morì dopo alcuni giorni di agonia per una embolia cerebrale sopraggiunta a seguito della brutale aggressione.
"Era un pedofilo"
All'origine del brutale pestaggio vi erano state alcune accuse di pedofilia, poi risultate infondate, nei confronti della vittima. Sergio Faveto, portatore di alcune disabilità, era solito sedersi a lavorare al pc sulle pachine dei giardini pubblici sotto casa. Un comportamento che aveva alimentato le dicerie di quartiere. Al punto che le "malelingue" si erano trasformate in vere e proprie ingiurie. Il 51enne era finito alla gogna persino sui social e schernito nelle chat dei residenti.
Le intercettazioni choc
Le indagini, condotte dai carabinieri di Genova e coordinate dal sostituto procuratore Paola Calleri, hanno accertato che le voci su Faveto erano infondate. Restano da valutare, invece, le responsabilità dei due indagati. Fatto sta che agli atti dell'inchiesta ci sono delle intercettazioni a dir poco agghiaccianti. Alcuni stralci sono stati riportati nell'ordinanza di custodia cautelare e lasciano intedere che i due giovani indagati sarebbero stati coperti da alcuni coetanei. "Praticamente quest’estate c’era sto presunto pedofilo che stava parlando con una ragazzina - racconta uno dei ragazzi al fratello -è arrivato un signore e gli ha dato quattro schiaffi. Poi sono arrivati sti tre ragazzetti e han detto ‘Oh guarda dov’è! E han cominciato a suonarlo".
Racconta invece un altro giovane al padre: "Si sono vantati di aver picchiato un signore che poi è morto, raccontavano le cose perché finché non era morto erano tutti presi bene. ‘Stiamo dei grandi, l’abbiamo picchiato’ dicevano". L'indagine potrebbe allargarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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