Straniero condannato per aver aggredito una prostituta, Corte d'Appello annulla la sentenza

Un trentunenne straniero era stato condannato a sei anni di reclusione per aver sequestrato, picchiato e derubato una prostituta. La Corte d'Appello di Bologna ha però annullato la sentenza a causa di un difetto di notifica: processo da rifare

Straniero condannato per aver aggredito una prostituta, Corte d'Appello annulla la sentenza

Era stato condannato dal tribunale di Ferrara a sei anni di reclusione per aver picchiato, sequestrato nel proprio appartamento e derubato una prostituta (minacciandola anche con un'arma da fuoco). Ma la Corte d'Appello di Bologna, proprio nelle scorse ore, ha annullato la sentenza a causa di un difetto di notifica: l'imputato non si era mai presentato in aula, ma le sue assenze erano, a quanto sembra, dovute al fatto che non fosse stato avvisato della data delle udienze con una notifica ufficiale. Per questa ragione, l'intero processo sarà da celebrare di nuovo, con buona pace della vittima. Il cittadino straniero di 31 anni protagonista della vicenda l'ha quindi fatta franca, almeno per il momento. Una storia dai tratti surreali che arriva dalla provincia ferrarese, emersa quando la donna si presentò dai carabinieri per denunciare l'uomo.

Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, inizialmente gli inquirenti ipotizzavano un movente di natura sessuale: sulla base delle testimonianze della vittima, l'extracomunitario si sarebbe innamorato di lei a seguito di alcuni incontri e una sera si sarebbe presentato sotto casa sua in preda ad un raptus di gelosia. Lo avrebbe invitato a salire, ma la situazione sarebbe presto degenerata: l'uomo, ormai sempre più fuori di sè, avrebbe iniziato a insultarla a più riprese. Poi, non contento, sarebbe passato direttamente dalle parole ai fatti: avrebbe chiuso la porta a chiave in modo da assicurarsi che non potesse fuggire e le avrebbe quindi messo le mani addosso, riempiendola di botte. L'avrebbe persino minacciata puntandole contro una pistola, intimandole di consegnargli il cellulare e il denaro contante che aveva con sè. Avrebbe anche danneggiato la borsa della donna, tagliandola con un coltello alla ricerca dei soldi.

Un inferno durato circa un paio d'ore, placatosi poi quando l'aggressore si è dato alla fuga con l'obiettivo di far perdere le proprie tracce. Una corsa relativamente breve, visto che le forze dell'ordine non impiegarono molto tempo a individuarlo. L'uomo è quindi stato accusato di sequestro di persona, rapina e lesioni, anche se nei mesi successivi la stessa vittima rivide in parte la versione, alla luce della piega presa dalle indagini: lo straniero non l'avrebbe picchiata per gelosia, quanto per rapinarla.

Era però a ogni modo stato riconosciuto colpevole, ma a causa della mancata

notifica non avrebbe avuto la possibilità di presentarsi in tribunale. La Corte d'Appello, dunque, non ha avuto dubbi esprimendosi a favore dello straniero: tutto da rifare, il processo dovrà ricominciare dall'inizio.

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