Era finito in tribunale con le accuse di aver minacciato di morte la moglie (massacrandola di botte in più occasioni) e di aver picchiato anche le proprie figlie, palpeggiandole e costringendole anche a compiere atti sessuali. Ed è stato a quanto pare ritenuto colpevole: protagonista della vicenda che arriva da Firenze è un uomo originario dell'Albania, il quale nelle scorse ore è stato condannato a sei anni ed otto mesi di reclusione per maltrattamenti e violenza sessuale. Stando a quanto riportato stamani dal quotidiano La Nazione, la consorte e le due figlie dello straniero avrebbero vissuto una situazione infernale per oltre un ventennio. L'uomo arrivò a quanto sembra in Italia negli anni '90, seguito nel giro di poco tempo dalla moglie. Quello che per la donna sembrava l'inizio di una nuova vita si sarebbe ben presto trasformato in un incubo, fra minacce e percosse.
"Spazzatura, ti ammazzo. Ti brucio con la benzina", una delle frasi intimidatorie che il marito le avrebbe rivolto in più occasioni, secondo quanto ricostruito. E ancora: "Ti porto nel bosco e ti impicco". Poi sono arrivate le botte: calci, schiaffi, pugni. Colpi violenti che le lasciavano lividi che la donna doveva dire di essersi procurata da sola oltretutto, cadendo. In almeno un caso, le avrebbe strofinato un coltello sul volto, minacciando di tagliarle il naso e l’orecchio. Un trattamento peggiore sarebbe stato riservato dallo straniero alle due figlie: in più frangenti, le avrebbe percosse ed umiliate. In un momento di follia, avrebbe ad esempio sputato nel bicchiere di una di loro, costringendola poi a bere. Il tutto davanti all’unico figlio maschio, ai tempi dei fatti minorenne. E ci sono anche le violenze sessuali: l’uomo, si legge dagli atti, avrebbe costretto le due giovani a compiere atti sessuali, a guardare materiale pornografico e a subire palpeggiamenti e molestie.
Un tormento che avrebbe raggiunto il punto di non ritorno nei primi giorni di agosto del 2023, quando la moglie, dopo l'ennesimo pestaggio subìto dal marito violento, avrebbe perso i sensi riportando un trauma cranico ed ematomi sul braccio. A quel punto è scattato il codice rosso previsto per le donne vittime di violenza e l’uomo è stato ammonito con un divieto di avvicinamento alla consorte.
Che non avrebbe tuttavia rispettato, in quanto poco tempo dopo si sarebbe ripresentato da lei. Era quindi finito in manette, in attesa del processo celebrato con rito abbreviato. E a seguito della sentenza, è stato trasferito nuovamente presso il carcere di Prato, dove sconterà la pena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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