Il "regalo" dei giudici a Vallanzasca: "Potrà usufruire dei permessi premio"

L'ex bandito della Comasina, detenuto da circa 50 anni, può ritornare ad usufruire dei permessi premio che gli erano stati sospesi a febbraio per via di una patologia neurologica

Il "regalo" dei giudici a Vallanzasca: "Potrà usufruire dei permessi premio"

Renato Vallanzasca, protagonista della mala milanese tra gli anni '70 e '80, potrà ritornare ad usufruire dei permessi premio. I giudici del Tribunale di Sorveglianza, hanno accolto l'istanza di opposizione presentata dal pool difensivo dell'ex boss della Comasina, rappresentata dagli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi. La notizia è arrivata nel giorno del 73esimo compleanno del "bel Renè", come era stato ribattezzato dalle cronache dell'epoca, in carcere da circa 50 anni.

La sospensione dei permessi premio

Lo scorso febbraio, altri magistrati avevano deciso di sospendere i permessi premio all'ex bandito milanese per una presunta patologia neurologica. A dir loro non sarebbe più in grado di rispettare le prescrizioni relative alla modalità delle uscite per via di un ipotizzato decadimento cognitivo. Nel rigetto i giudici scrivono che potrebbe essere problematico per il detenuto "gestire gli spazi di libertà connessi al beneficio richiesto, in particolare in relazione al rispetto degli orari". Semplificando il concetto: c'è il rischio che infranga le regole. Di tutta risposta, i legali di Vallanzasca hanno presentato un'istanza di opposizione sottolineando che l'assistito, seppur "certamente" affetto da una malattia neurologica, avrebbe tratto beneficio dalla frequentazione della comunità in cui aveva trascorso gli ultimi anni. Senza contare che, inoltre, durante le libere uscite avrebbe sempre avuto "un comportamento esemplare" - precisano i legali - e dal carcere non sono stati segnalati episodi di natura disciplinare.

"Vallanzasca torni a frequentare la comunità"

Quest'oggi, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto l'istanza formulata dagli avvocati Limentani e Paolo Muzzi. "L'interruzione della fruizione del beneficio dei permessi premio - mette nero su bianco il nuovo collegio giudicante - appare una sanzione ingiustificata ed eccessiva, anche e soprattutto perché gravamente penalizzante nei confronti di un soggetto che ha trascorso un lunghissimo periodo in carcere e che ha la necessità di strutturare un percorso di risocializzazione, che ad oggi sembra essere stato intrapreso con serietà".

I legali di Vallanzasca hanno presentato anche un'istanza di differimento pena, con richiesta di detenzione domiciliare in una struttura adatta per l'assistito segnalando, sulla base di una consulenza medica, problemi neurologici che vanno avanti da 4 anni. Secondo la difesa, il carcere "rischia di rallentare il progressivo aggravamento delle sue condizioni di salute". L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza si terrà a fine maggio.

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