“A voi cani auguro di finire sotto 100 lupi”. Il post choc di Ermal Meta sullo stupro di Palermo

Il cantante Meta ha condiviso il suo pensiero senza filtri in merito allo stupro di Palermo: tante le critiche ma anche i commenti a favore

“A voi cani auguro di finire sotto 100 lupi”. Il post choc di Ermal Meta sullo stupro di Palermo
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Lo stupro di gruppo di Palermo ha scosso l'opinione pubblica e tra quelli che si sono espressi per riferire la propria opinione spicca i cantautore Ermal Meta. L'artista di origini albanesi non ha utilizzato mezzi termini per condannare senza appello la brutale aggressione compiuta dai 7 giovani tra i 17 e i 22 anni nei confronti della coetanea. Aggressione che è stata anche filmata mentre veniva compiuta, nonostante i video siano stati in parte rimossi subito dopo per paura delle conseguenze. In queste ore è arrivata la notizia della scarcerazione del più giovane degli aguzzini, che ha deciso di collaborare con alcune ammissioni. Per lui, nonostante i video dimostrino che la sua è stata una delle azioni più violente contro la vittima, il gip ha deciso per la scarcerazione e l'affidamento a una comunità ma la procura ha annunciato che farà appello.

"Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi ‘cani’ auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos'è uno stupro", ha scritto il cantante. Parole dure, che l'artista non ha misurato prima affidare ai social. Meta non si è preoccupato troppo del politicamente corretto prima di scrivere il suo post, un modus operandi un po' all'antica che ormai in pochi continuano a seguire, spaventati dalle reazioni e dal buonismo dilagante di chi, come è accaduto nel caso dell'artista, alza voce per gridare all'odio. Certo, il post di Meta non è morbido. Anzi, è piuttosto ruvido ed è stato probabilmente scritto sull'impulso del momento da parte dell'artista, che è anche padre. Ha preferito esternare il suo pensiero senza filtri piuttosto che condividere l'ennesimo post buonista ed edulcorato, come tanti se ne leggono in giro.

Tra chi ha criticato Meta c'è anche la scrittrice e giornalista Francesca Barra: "Non voglio litigare con Ermal Meta, ma sono certa che persone sensibili come lui potrebbero utilizzare la propria visibilità per andare a fondo, lavorare per una prevenzione culturale attraverso la propria notorietà. Rimanendo umano e difendendo quel diritto all’umanità che viene reciso con lo stupro, ma anche con queste soluzioni. Ti macchi dello stesso crimine".

Certo, la prevenzione culturale è fondamentale ma ora si ragiona anche su fatto ormai compiuto, ossia una 19enne stuprata a turno da 7 coetanei in un anfratto buio di Palermo. Uno stupro che non si esclude possa addirittura essere premeditato, arrivato a seguito di una serata fatta di alcol e marijuana.

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