La "Regina della Ketamina" dietro la morte di Matthew Perry: chi è Jasveen Sangha

Si chiama Jasveen Sangha ed è soprannominata "La regina della Ketamina". Tra party esclusivi e amicizie con le star di hollywoodiane, ecco chi è la donna accusata di aver fornito la dose letale all'attore di "Friends" Matthew Perry

Immagine tratta dal profilo Instagram
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Fino ad ora il suo nome Jasveen Sangha diceva molto poco ai più. Al contrario, nella ristretta cerchia dello star system hollywoodiano, la "Regina della ketamina" era di casa. Presente ai party più prestigiosi, alle premiazioni, amica di star, registi e produttori, il suo nome esce ora legato alla morte della star di Friends Matthew Perry.

Chi è Jasveen Sangha

Soprannominata "Regina della ketamina" dai procuratori statunitensi, la presunta spacciatrice Jasveen Sangha è una delle cinque persone che, secondo i funzionari della polizia americana, avrebbero fornito la dose letale di ketamina a Matthew Perry: "Sfruttando la sua tossicodipendenza a scopo di lucro e causando la sua morte per overdose". L'accusa sostiene che la dose di ketamina che Sangha avrebbe fornito il 24 ottobre 2023 alla star di Friends, ne avrebbe causato la morte.

Ma non solo, davanti ai giudici, in cui si è presentata con indosso una felpa dei Nirvana, ha dovuto rispondere anche delle accuse di: "Detenzione e spaccio di ketamina con conseguente morte". Giovedì scorso durante la prima udienza si è dichiarata: "non colpevole", ma i giudici hanno respinto la sua richiesta di uscita su cauzione, per questo dovrà rimanere in custodia fino al processo di ottobre.

Cosa è la ketamina

Si tratta di un anestetico dissociativo che ha effetti allucinogeni. Può distorcere la percezione della vista e chi la assume risulta senza controllo e disconnesso dalla realtà. La sostanza può essere somministrata solo da medici specialistici e i pazienti che la assumono devono essere monitorati proprio a causa di questi effetti collaterali.

Secondo le carte Sangha avrebbe spacciato ketamina almeno dal 2019. La sua casa nel nord di Hollywood può essere considerata: "un emporio di spaccio" ha spiegato durante la conferenza stampa Martin Estrada, procuratore per il distretto centrale della California. Nell'abitazione perquisita dagli agenti, sarebbero state trovate più di 80 fiale di ketamina, insieme a migliaia di pillole di varie sostanze come metanfetamina, cocaina e Xanax.

Amica delle star

Negli atti di accusa si legge inoltre che la donna trattava solo con personaggi di alto spessore e celebrità, conducendo una vita: "in mezzo al jet set", cosa che mostrava anche sui suoi social. Il Daily Mail riporta anche le sue partecipazioni agli Oscar e ai Golden Globe. Il suo stile di vita la vedeva protagonista di feste e vacanze a cinque stelle.

Il contatto con Matthew Perry

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, inizialmente il medico di Matthew Perry, Salvador Plasencia, si sarebbe procurato la ketamina da un altro medico, Mark Chavez, che in passato aveva gestito una clinica, quest'ultimo avrebbe insegnato a Kenneth Iwamasa, assistente dell'attore di Friends, come iniettare la sostanza. A partire da ottobre 2023 fu proprio Iwamasa a ricevere dalla Sangha le dosi che venivano iniettate all'attore.

Il procuratore Estrada ha spiegato che tutti gli imputati: "Erano a conoscenza che la ketamina che fornivano era potenzialmente mortale, ma si preoccupavano più del profitto che traevano da Perry, piuttosto che prendersi cura del suo benessere".

Cosa rischiano gli imputati

Se le accuse venissero confermate, Sangha e gli altri imputati potrebbero essere puniti con una pena che va da un minimo di 10 anni fino all'ergastolo in una prigione federale. Ad aggravare inoltre la posizione della donna sarebbe un'inchiesta collaterale che la legherebbe ad un'altra morte per overdose avvenuta nel 2019.

Un'altra accusa

Nei documenti depositati in tribunale riguardo a questa ulteriore vicenda, si legge che la donna avrebbe venduto alcune dosi ad un cliente di nome Cody McLaury, morto poi di overdose, e per questo motivo sarebbe stata contattata dai familiari della vittima con un messaggio che diceva: "La ketamina che hai venduto a mio fratello lo ha ucciso. È elencata come causa di morte".

Qualche giorno dopo Sangha avrebbe effettuato una

ricerca su Google: "La ketamina può essere elencata come causa di morte?", per cui secondo i giudici era perfettamente a conoscenza dei pericoli e per questo dovrà rispondere anche di questa ulteriore accusa.

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