Un tempo luogo di dibattito politico e filosofo cool, l’Università di Harvard è ora emblema dei riflessi della guerra tra Israele e Hamas. Dal 7 ottobre, data dell’attacco brutale del gruppo terroristico palestinese, niente è come prima. Il campus simbolo d’America si è spaccato e non sono venuti meno i momenti di tensione. Come testimoniato da diversi studenti ai microfoni di ABC News, la gente è spaventata per le possibili ripercussioni della crisi in Medio Oriente e del bombardamento su Gaza.
Alcuni gruppi studenteschi, guidati dal Palestine Solidarity Committee, hanno rilasciato una dichiarazione sul conflitto affermando che il regime israeliano è "interamente responsabile di tutta la violenza in corso": "Negli ultimi due decenni, milioni di palestinesi a Gaza sono stati costretti a vivere in una prigione a cielo aperto. I funzionari israeliani promettono di 'aprire le porte dell'inferno', e i massacri a Gaza sono già iniziati. I palestinesi a Gaza non hanno rifugi in cui rifugiarsi e nessun posto dove fuggire. Nei prossimi giorni, i palestinesi saranno costretti a sopportare tutto il peso della violenza di Israele". Immediata la reazione degli studenti ebrei, che hanno accusato i colleghi di sostenere e legittimare l’attacco di Hamas.
“Questo è di gran lunga il momento più teso di sempre in un campus”, la testimonianza di Hejir Rashidzadeh, uno studente di legge di Harvard. Gli studenti dei gruppi filo-palestinesi e della comunità ebraica di Harvard hanno detto all'emittente a stelle e strisce di sentirsi spaventati e isolati. I pro-Gaza – ma spesso anche pro-Hamas – hanno denunciato minacce di morte e persino persecuzione nel campus e in rete. Stesso discorso per gli studenti ebrei, sempre più vittime di attacchi antisemiti che riportano la mente alla pagina più buia del Novecento.
Come anticipato, il campus di Harvard è stato il primo a sollevarsi dopo la carneficina del 7 ottobre e altri college hanno seguito il suo esempio, da Columbia University a Stanford. Come confermato su La Stampa, è grande il clima di terrore tra gli studenti ebrei, insultati e minacciati anche solo per sorvegliare tre cartelloni con le foto degli ostaggi catturati da Hamas.“Ci sono tantissime persone ormai qui al campus che indossano la kefiah, la ostentano come un simbolo di appartenenza alla causa palestinese e di odio verso gli ebrei”, la testimonianza di un giovane.“Siamo in pericolo”, il monito di una ragazza, ricordando un episodio di qualche giorno fa, quando uno studente è stato aggredito per aver “osato” filmare un sit-in di attivisti pro-Palestina. Il violento non era un signor nessuno: parliamo di Elom Tettey-Tamaklo, studente e membro dello staff di Harvard in quanto responsabile di uno dei dormitori.
I numeri diffusi dalla Anti Defamation League ribadiscono la necessità di attenzione: le azioni contro gli ebrei sono aumentate del 400% dal 7 ottobre scorso. In più, 110 manifestazioni anti-Israele, di cui 27 con venature di sostegno al terrorismo. In rialzo anche gli episodi di antisemitismo,+182%. Una fase incandescente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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