"5 anni di carcere per chi entra a Kursk". Stangata di Mosca contro i giornalisti occidentali

L'Fsb ha reso noto che i giornalisti privi di accredito ufficiale e senza visto saranno arrestati. La Farnesina ha invitato i nostri connazionali alla massima cautela

"5 anni di carcere per chi entra a Kursk". Stangata di Mosca contro i giornalisti occidentali
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La strada verso la prima linea a Kursk è preclusa ai giornalisti stranieri, a meno che non abbiano un visto e siano accreditati ufficialmente con il ministero degli Esteri di Mosca o che non vogliano rischiare di passare fino a cinque anni in carcere. La stretta di Vladimir Putin attorno al collo dell’informazione internazionale è stata resa nota dall’Fsb, il servizio di sicurezza federale, ed è stata inserita nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi della Farnesina.

Gli operatori del mondo dell'informazione che hanno varcato o varcheranno illegalmente il confine russo, con particolare riferimento alla regione del Kursk, e che hanno svolto o svolgeranno all'interno della Federazione attività giornalistica ritenuta illegale dalle autorità di Mosca saranno arrestati nella Federazione Russa, con pena sino a cinque anni, e rischiano l'arresto anche in tutti quei Paesi con i quali Mosca ha in vigore accordi di cooperazione in materia di polizia”, si legge sul sito Viaggiare Sicuri, che ha riportato quanto affermato dal nostro dicastero. Al momento, la Russia non ha ancora diffuso una lista delle nazioni con cui ha siglato i trattati accennati.

Nell’aggiornamento viene anche precisato che, all’interno dei territori controllati da Mosca, è proibito lo svolgimento di “qualsiasi attività giornalista” agli stranieri privi di un accredito ufficiale e in possesso di un’altra tipologia di visto.

A seguito di questi sviluppi, la Farnesina ha invitato gli operatori dell’informazione italiani presenti nella Federazione e ufficialmente accreditati a segnalare la propria presenza e ad esercitare la massima cautela, evitando il più possibile di spostarsi all’interno del territorio russo senza aver preso accordi con le autorità locali in modo da evitare ripercussioni.

Nei giorni scorsi, gli inviati della Rai Stefania Battistini e Simone Traini, oltre al giornalista americano della Cnn, Nick Peyton Walsh e alle

corrispondenti ucraine Borovik Olesya Nikolaevna e Butsko Diana Vladimirovna, sono finiti nel mirino di procedimenti dell'apparato giudiziario russo proprio per aver passato il confine tra l'Ucraina e la regione di Kursk

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