"Costruiva barche per migranti". Italiano arrestato in Tunisia per associazione a delinquere

Il 48enne italiano è stato arrestato dalla polizia di Monastir in Tunisia nel corso di una retata che ha permesso di mettere in manette 4 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata all’attraversamento irregolare

"Costruiva barche per migranti". Italiano arrestato in Tunisia per associazione a delinquere
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Il traffico di esseri umani dal Nord Africa sta assumendo contorni paradossali, come dimostra l'arresto compiuto in Tunisia nei giorni precedenti: a finire in prigione è stato un 45enne con passaporto italiano accusato di aver avviato un'attività di costruzione imbarcazioni per i migranti. È la prima volta che in Tunisia un europeo viene fermato per il compimento di un reato simile, che solitamente è in capo alle organizzazioni tunisine. A darne notizia è stato il portavoce dei tribunali di Sousse e Mahdia, Farid Ben Jha, durante un intervento radiofonico. La sua identità non è stata resa nota e non è quindi chiaro che si tratti di un cittadino straniero naturalizzato o di un italiano di prima generazione.

L'uomo è finito nella rete della polizia tunisina nell'ambito di un'indagine condotta proprio allo scopo di sgominare le bande criminali che operano nell'enorme mercato del traffico irregolare dei migranti. Il 45enne risulta essere residente a Monastir e titolare di un laboratorio nautico Ouardanine, poco distante, dove realizza piccole imbarcazioni. Pare che in passato fosse impiegato nell'industria nautica e che successivamente abbia deciso di aprire una sua attività, sfruttando i traffici illegali per integrare il fatturato. È stato formalmente indagato per associazione a delinquere finalizzata all’attraversamento irregolare delle frontiere marittime. Inoltre, a peggiorare la sua situazione, c'è anche il ritrovamento di alcune dosi di droga rinvenute dalla polizia nella sua abitazione a seguito della perquisizione effettuata in sede di indagine. Durante il blitz sulla spiaggia dietro l'ex palazzo presidenziale di Monastir sono stati sequestrati anche 25 taniche di benzina, 15 giubbotti di salvataggio, una bussola, una batteria e una barca.

Per il momento l'uomo si trova in carcere e non è prevista una sua scarcerazione nel breve termine. Le pene per questo tipo di reati sono state fortemente inasprite in Tunisia negli ultimi anni proprio per scoraggiare l'immigrazione clandestina. Il Paese, infatti, oltre a essere un hub di partenza primario per i barchini che raggiungono l'Italia, è anche una terra di immigrazione. Migliaia di subsahariani attraversano ogni anno irregolarmente i suoi confini desertici per raggiungere le coste e tentare la traversata. Ma nel frattempo si accampano nelle zone rurali e nelle città creando gravi disagi e pericoli alle comunità. Lo scorso anno la città di Sfax dovette affrontare una crisi senza precedenti anche a causa delle violenze tra bande rivali di subsahariani irregolari.

Anche per questo motivo Kaïs Saïed decise per una stretta importante sui reati legati all'immigrazione. Inoltre, grazie agli accordi bilaterali stretti con Giorgia Meloni, il governo italiano e l'Unione europea, la Tunisia ha più strumenti per pattugliare le sue coste e le zone sensibili.

Il 28 agosto 2024 l'Italia ha consegnato alla Tunisia le prime tre motovedette ristrutturate, su un blocco di sei. Gli accordi con Tunisia, e Libia, hanno permesso di bloccare da gennaio a luglio oltre 58mila migranti pronti a prendere il mare.

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