Corea del Sud, il parlamento respinge l'impeachment. Yoon salvato dal suo partito

Niente quorum: Yoon Suk Yeol resta in carica. Serviva il voto di almeno 200 deputati per affossare il presidente finito nell'occhio del ciclone dopo aver annunciato e poi ritirato la legge marziale

Corea del Sud, il parlamento respinge l'impeachment. Yoon salvato dal suo partito
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Non passa il voto di impeachment chiesto dalle opposizioni contro Yoon Suk Yeol. Servivano almeno 200 deputati, sui 300 dell'Assemblea nazionale, per affossare il presidente finito nell'occhio del ciclone dopo aver annunciato e poi ritirato la legge marziale in Corea del Sud. Soltanto 198 legislatori si sono espressi a favore della messa in stato d'accusa di Yoon. E gli altri? Il Partito del potere popolare (Ppp), di cui fa parte il capo di Stato, ha boicottato il voto. In aula è scoppiato il caos. Il presidente del Parlamento monocamerale, Woo Won Shik, ha invitato i membri del partito di governo a rientrare ed esprimere i loro voti. Fuori dall'Assemblea, intanto, oltre decine e decine di migliaia persone si sono radunate per chiedere le dimissioni di Yoon. Che, dal canto suo, prima del voto di impeachment, in un discorso pubblico televisivo presso l'ufficio presidenziale si è scusato con la nazione promettendo di non sottrarsi alla responsabilità politica e legale.

Com'è andato il voto sull'impeachment di Yoon

Il Ppp di Yoon ha abbandonato l'Assemblea nazionale. Soltanto tre legislatori, Ahn Cheol Soo, Kim Sang Wook e Kim Yea Ji, sono rimasti in aula votando a favore dell'impeachment. Gli altri se ne sono andati dopo aver votato un'altra mozione, quella per chiedere un'inchiesta speciale a carico della first lady, Kim Keon Hee, sospettata di corruzione e traffico di influenze.

Anche questa mozione, per la cronaca, non è passata. Il provvedimento è stato bocciato per due voti: 198 a favore quando ne servivano 200 per l'approvazione. Ricordiamo che il disegno di legge in questione chiedeva la nomina di un procuratore speciale per indagare su due accuse chiave che coinvolgono la signora Kim: sul suo presunto coinvolgimento in un piano di manipolazione azionaria, e sulla presunta interferenza nelle nomine elettorali tramite un lobbista.

Per quanto riguarda il "piatto forte" della giornata, Yoon è riuscito a scamparla. Occorreva, infatti, una maggioranza di due terzi per l'impeachment, ovvero 200 membri su 300. Il Ppp ha utilizzato una strategia di boicottaggio per impedire che franchi tiratori di affossare il presidente: il piano ha avuto l'esito sperato.

La Corea del Sud travolta da una crisi politica

Per quale motivo Yoon ha evitato la messa in stato d'accusa? Basta dare un'occhiata ai numeri. L'opposizione può contare su 192 membri. Per arrivare almeno a quota 200, il traguardo necessario per l'impeachment, sarebbero serviti i voti di almeno otto deputati del Ppp. Il partito, però, ha deciso di non partecipare alla votazione, poiché il voto è segreto e potrebbero esserci voti in dissenso con la linea. E questo nonostante Han Dong Hoon, capo dello stesso partito di Yoon, aveva precedentemente affermato di ritenere necessario "sospendere immediatamente" l'esercizio delle funzioni del presidente.

Se, come appare ormai certo, Yoon non dovesse dimettersi, per la Corea del Sud rischia di aprirsi un periodo di acuta crisi politica. Il Paese sarebbe infatti guidato, per altri due anni, da un presidente quasi isolato e osteggiato dalla quasi totalità della popolazione. All'orizzonte si intravede già un secondo voto per l'impeachment. Fuori dall'Assemblea nazionale, mentre erano in corso le votazioni, numerose persone (secondo gli organizzatori l'affluenza di manifestanti era di 1 milione.

) chiedevano le dimissioni di Yoon. La strada principale che dall'estremità meridionale del ponte Seogang attraversa il fiume Han e supera il parlamento è stata chiusa al traffico. Saranno giorni di fuoco per Yoon e tutta la Corea.

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