Le vedove e gli orfani di Yahya Sinwar non si trovano soltanto tra le file di Hamas, degli ayatollah e degli estremisti sparsi un po’ ovunque ma anche nel comodissimo Occidente e nel nostro Paese. Tra folli teorie e più o meno insospettabili simpatie al leader del terrore ucciso, c’è anche chi arriva impropriamente ad evocare l’Iliade di Omero. A fare da portavoce a quanti sui social avevano sussurrato, senza troppa convinzione, che potessero esserci delle similitudini tra la vicenda Sinwar e il poema epico, è stato Roberto Vecchioni dal salotto televisivo di Massimo Gramellini su La7. Il professore-cantautore ha evocato la pietas riguardo la mancata restituzione della salma di Sinwar ai suoi cari, e fin qui passi. Discutibile, ma libera opinione. Vecchioni si è poi però lanciato in un paragone che fa torto alla sua indiscutibile intelligenza e saggezza.
Israele con Sinwar, starebbe infatti facendo come Achille con Ettore, quando l’eroe si rifiuta di restituire il corpo del nemico sconfitto alla famiglia, fino a che il padre di Ettore, Priamo, non fa visita di nascosto ad Achille nella sua tenda pregandolo di restituire il corpo del figlio per dargli degna sepoltura. E convincendolo. Ma tra epica e realtà, ci sono differenze che rendono il paragone improponibile. Su tutte il fatto che Ettore, principe troiano, era disposto a sacrificare sé stesso (e lo ha fatto) pur di proteggere il suo popolo, dopo aver per anni guidato l’esercito combattendo in prima linea. Risulta invece che Sinwar, mentre ha mandato i suoi miliziani a compiere il massacro del 7 ottobre e durante tutto il conflitto, se ne stesse bel bello nascosto tra i suoi tunnel, con abbondanti scorte di cibo e beni anche non di prima di necessità. Senza contare che lo stesso leader che qualcuno vuole descrivere come martire, è rimasto al riparo per oltre un anno mentre il popolo palestinese, anche a causa delle scellerate politiche di Hamas, è stato costretto a subire le pesantissime conseguenze della reazione di Israele.
Certo, Netanyahu non è Achille, perché il leader israeliano di eroico non ha granché, ma di sicuro Sinwar non ha nulla di Ettore, l’eroe tutto patria, famiglia e onore cantato da Omero. Il funerale di Ettore poi è considerato nell’Iliade un gesto di rispetto universalmente riconosciuto, per quello che viene considerato un eroe degno di gloria anche dai nemici.
La figura di Sinwar può venire esaltata e assurgere al grado di «martire», se non addirittura di eroe, solo grazie alla propaganda di un movimento estremista che con l’onore e il rispetto non ha nulla a che vedere.Una volta si parlava di cattivi maestri. Adesso di paragoni senza senso. Cambiano i tempi e anche la storia. Ma almeno non scomodiamo l’epica a sproposito.
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