Disordini, ritardi e rifiuti: così Macron rischia il flop olimpico

Le poderose manifestazioni contro la riforma delle pensioni, uniti allo sciopero dei netturbini, non stanno contribuendo a fornire un'immagine positiva e autorevole della capitale francese in vista dei Giochi del 2024

Disordini, ritardi e rifiuti: così Macron rischia il flop olimpico

Le numerose proteste che sono scoppiate nelle ultime settimane a Parigi contro la riforma delle pensioni voluta da Macron stanno evidenziando tutte le vulnerabilità della capitale francese, la cui vetrina in prospettiva Olimpiadi 2024 si sta via via deteriorando. La gestione dei Giochi non riguarda solamente l'ambito (comunque rilevante) dell'ordine pubblico, ma denota anche una preoccupante serie di ritardi dell'organizzazione dell'evento sportivo.

La difficoltà dei collegamenti dei trasporti con Parigi

Il Cio aveva assegnato la prossima edizione delle Olimpiadi estive nel 2017. In questi ultimi sei anni, tuttavia, sembra che si sia battuta un po' la fiacca nell'imbastire tutte le strutture logistiche adibite ai Giochi che si terranno tra poco più di un anno. A sostenerlo non è esattamente un ente qualsiasi; bensì la Corte dei Conti francese, che si è detta piuttosto preoccupata per un certo numero di ritardi, sottolineando anche la lentezza nella firma dei contratti con le strutture, come lo Stade de France, che serviranno per i Giochi.

Ma nel mirino sono finiti anche i mezzi di trasporto pubblico. Pochi giorni fa una missione conoscitiva parlamentare ha evidenziato "una situazione molto preoccupante" per i treni nella regione parigina. La Île-de-France Mobilités (IDFM), l'autorità responsabile dell'organizzazione dei trasporti regionali, prevede di trasportare sette milioni di passeggeri durante le due settimane Olimpiadi e tre milioni durante le Paralimpiadi (dal 28 agosto all'8 settembre 2024). La sfida è ardua perché dovranno essere trasportati ogni giorno 600mila spettatori (di cui il 35% provenienti dall'estero) e 200mila accreditati.

Per assorbire questo enorme afflusso di spettatori, gli organizzatori dei Giochi avevano previsto di allungare le linee metropolitane e costruirne di nuove. Ma i lavori hanno subito ritardi e secondo la Corte dei conti "ci sono incertezze sui tempi di consegna". Tre nuove tratte non saranno pronte prima del 2026. Altre infrastrutture sono ancora un cantiere aperto, come il prolungamento della linea 14 a Saint-Denis-Pleyel da un lato e Orly, a sud, dall'altro. Ma anche la costruzione della gigantesca stazione Pleyel a Saint-Denis, la riqualificazione della Porte Maillot o della Gare du Nord rimangono da completare. Resta poi da vedere se ci sarà abbastanza personale per l'intera rete, visto che il primo bando di gara lanciato da Île-de-France Mobilités per del nuovo personale non è andato a buon fine.

Forze dell'ordine (quasi) inermi davanti al caos per le strade

Capitolo ordine pubblico. I disordini che sono scoppiati nella Capitale in occasione delle proteste contro la contestatissima legge sulle pensioni hanno messo in luce una gestione non ancora del tutto impeccabile (per utilizzare un eufemismo) da parte delle autorità governative. Il discorso, tra l'altro, non riguarda soltanto il contesto più strettamente socio-politico, ma anche tutto quello che accade proprio a margine degli eventi sportivi. Un dettaglio non esattamente irrilevante in vista delle Olimpiadi parigine.

Ciò che era capitato lo scorso dicembre, infatti, è parecchio emblematico da questo punto di vista: pochi minuti dopo il fischio finale di Francia-Marocco, semifinale degli ultimi Campionati Mondiali di calcio in Qatar vinta dai transalpini, un quattordicenne muore investito da un'automobilista che, nel tentativo di liberarsi da un accerchiamento di tifosi che volevano strappargli la bandiera, uccise il giovanissimo. Tensioni sono registrate poi a Parigi soprattutto per via di qualche tafferuglio provocato dai Black Bloc. E dire che in quella serata Parigi era una città blindata fin dal pomeriggio, considerando i 2.200 agenti, tra poliziotti e gendarmi, schierati nel centro della metropoli.

Per non parlare del disastro organizzativo in occasione della finale di Champions League tra Real Madrid e Liverpool del maggio 2022 allo Stade de France. Migliaia di tifosi inglesi - senza biglietto o con biglietti falsi - forzano gli ingressi, scavalcando i cancelli e beffando un dispositivo di sicurezza chiaramente non all'altezza della situazione. A fine serata il bilancio è di 68 arresti e di ben 238 persone con ferite lievi. Una situazione determinata anche dallo sciopero della linea B della RER (la metropolitana regionale) e dai trasporti sempre difficili tra lo Stade de France e la capitale.

L'immondizia si accumula con lo sciopero dei netturbini

Come se poi tutto questo non dovesse bastare, la ciliegina sulla torta è stata caratterizzata dal lunghissimo sciopero dei netturbini a Parigi (l'adesione è cominciata il 7 marzo scorso), con cumuli di rifiuti maleodoranti che sono aumentati ogni giorno sempre di più nella capitale francese fino a toccare quota 10 tonnellate abbondanti di immondizia per le strade della città. È stato anche bloccato il più grande sito di incenerimento d'Europa e altri due siti che trattano i rifiuti di Parigi. Anche queste proteste sono legate all'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni, approvato senza il voto del Parlamento.

La questione dei rifiuti è diventata, come prevedibile, anche un caso politico. Anne Hidalgo, sindaca di Parigi del Partito Socialista, è fin qui intervenuta contattando imprese private solo per ripulire i rifiuti dei mercati alimentari e per risolvere gli accumuli più critici, ma è accusata dall’opposizione di non fare abbastanza. Hidalgo si è espressa più volte a favore del movimento e delle agitazioni contro la riforma delle pensioni. Opposizioni di destra e rappresentanti del governo ritengono che la sua amministrazione faccia volontariamente poco per diminuire i disagi, anche a costo di mettere in pericolo la salute pubblica, nell'intento di dare forza alle rivendicazioni dei lavoratori.

Insomma: Parigi sarà pronta a ospitare le Olimpiadi dal 26 luglio all'11 agosto 2024? La risposta, per ora, è "ni". Certo fa un po' sorridere ora, con il senno del poi, il titolo di Le Monde del 22 giugno 2017: "La città ha già adesso tutto quello che serve per i Giochi". Ecco, per il momento, Parigi ha esattamente tutto quello che non serve per strutturare al meglio l'organizzazione olimpica: disagi, polemiche e caos. In più, a breve, potrebbe anche aggiungerci un problema diplomatico (che però non dipende direttamente dalla capitale francese): il Comitato Olimpico Internazionale starebbe infatti cercando di "esplorare una strada" per la riammissione degli atleti russi e bielorussi con lo status di "atleta neutrale".

Ma l'Ucraina non ci sta ed è pronta al boicottaggio. Giusto per mettere pressione e gettare un po' di benzina sul fuoco su una città che - tra degrado, topi e aspre lotte politiche - più che Parigi sembra Roma.

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