In Olanda vince l'ultradestra. Wilders: "Governeremo"

Finita l'era Rutte, l'Olanda al voto incorona l'estrema destra di Wilders: inseguono Timmermans, al secondo posto, e Yesilgoz terza

In Olanda vince l'ultradestra. Wilders: "Governeremo"

Olanda al voto dopo 13 anni di Mark Rutte: il Partito per la libertà (Pvv) di estrema destra, guidato da Geert Wilders, sfonda. Già in testa fin dai primi exit poll, i primi risultati ufficiali ne confermano la vittoria. A spoglio quasi terminato, quando mancano poco meno di trenta comuni da scrutinare su 346, il partito per la libertà (Pvv) del leader anti-Islam e anti-Ue conquista 37 seggi, due in più di quanto previsto dai primi exit poll, primo con il 23,7% dei voti. A grande distanza, la lista dei Laburisti-Verdi (PvDA-GL) di Frans Timmermans ottiene 25 seggi (15,6% dei voti), aggiudicandosi di misura il secondo posto sui liberali di destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, guidati dalla leader dalle origini curde Dilan Yesilgoz, ai quali vanno 24 seggi (15,2%). Il Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato dall'outsider cristiano-democratico Pieter Omtzigt ottiene invece 20 seggi, con il 12,9% dei voti. Tra gli altri partiti, molto staccati dai quattro protagonisti del voto, il Movimento dei cittadini boeri (Bbb) a rappresentanza degli agricoltori conquista 7 seggi (4,7%). Batosta invece per i liberali di sinistra del D66, al governo durante il Rutte IV, scelti questa volta solo dal 6,2% degli elettori e scivolati così a 9 seggi. Indietro il populista Thierry Baudet con il suo Forum per la Democrazia (FvD), fermo a 3 seggi con il 2,2%.

Cosa può accadere ora

Un risultato storico che permetterebbe a Wilders di condurre in prima persona le trattative e di ridisegnare la scena politica dei Paesi Bassi. Wilders potrebbe negoziare un accordo con il centro-destra di Dilan Yesilgoz. Il Movimento dei cittadini boeri (Bbb), formazione nata nel 2019 a difesa degli interessi degli agricoltori olandesi, si è detto aperto alla cooperazione con l'estrema destra del Pvv. Secondo i primi exit poll, il partito dalla verve populista che nel marzo scorso si era aggiudicato le elezioni provinciali, otterrebbe 7 seggi. "Abbiamo il 100% di fiducia che entreremo anche noi in una coalizione" di governo, ha detto la leader del BBB, Caroline van der Plas, parlando ai microfoni dell'emittente nazionale Nos. L'esito dei negoziati, secondo van der Plas, dipenderà dall'atteggiamento di Wilders. "Non possiamo ignorare i 2,5 milioni di elettori che hanno votato per il Pvv. Affrontiamo la questione seriamente. Wilders ha adottato una posizione più morbida, ha promesso una serie di cose. Dipende se vuole mantenerle". La numero due del partito, Mona Keijzer, vede la possibilità di una coalizione tra il Pvv, il Bbb e il Nuovo contratto sociale (Nsc) del cristiano-democratico Pieter Omtzigt. "Insieme abbiamo già 63 seggi", ha evidenziato.

Gli Olandesi scelgono Wilders

Tentare l'assalto allo scranno più alto del governo non sarà tuttavia impresa semplice nemmeno a vittoria in tasca. Pur allineata a Wilders nella volontà di limitare i flussi, la ministra della Giustizia uscente Yesilgoz alla vigilia del voto aveva escluso l'ipotesi di sostenerlo nelle vesti di premier. La sua figura divisiva, era stato il monito dell'ex bambina rifugiata, non farebbe bene al Paese nemmeno sulla scena internazionale. Nulle le possibilità di collaborazione invece con Omtzigt e Timmermans. Il rebus resta intricato: l'ultima volta, per trovare la quadra, a Mark Rutte servirono 271 giorni. Wilders ha invitato le parti a lavorare insieme e a "superare le proprie ombre" e ha riconosciuto che il Pvv dovrà fare lo stesso. E poi ha aggiunto, sapendo che molti partiti hanno escluso di essere suoi partner di coalizione: "Governeremo". "Gli olandesi sperano che il popolo possa riprendersi il proprio Paese e che noi garantiremo che lo tsunami di richiedenti asilo e immigrazione venga ridotto", ha sottolineato Wilders, parlando ai suoi entusiasti sostenitori all'Aia.

Circa 13,3 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne per scegliere i 150 parlamentari della camera bassa, la Camera dei Rappresentanti. Gli olandesi sono tornati a votare per le elezioni parlamentari anticipate indette dopo la caduta, a luglio, del governo di coalizione guidato Rutte, il secondo leader più longevo dell'Ue dopo l'ungherese Viktor Orbán. Il leader liberal-conservatore, noto come "Teflon" per via della sua resistenza al governo, non è riuscito a superare le "differenze inconciliabili" sulla politica migratoria sorte nella sua fragile coalizione di quattro partiti, annunciando poco dopo le dimissioni abbandonando definitivamente la politica. Diversi i temi al centro della campagna elettorale, primo fra tutti immigrazione, crisi immobiliare e transizione ecologica.

Wilders in testa

"Non potranno più ignorarci": con queste parole, esultando all'uscita dei primi exit poll, lo storico leader dell'estrema destra olandese esulta al risultato. Ha recuperato quasi 10 punti percentuali sui suoi avversari "dominando" i dibattiti televisivi delle ultime settimane. Il 60enne Geert Wilders, candidato premier del Partito per le Libertà (Pvv), chiede lo "stop" all'asilo e il divieto di "scuole islamiche, Corano e moschee", rappresenta lo spauracchio principale per l'Unione Europea, tanto che il candidato europeista Frans Timmermans ha chiesto agli olandesi indecisi di andare a votare soprattutto per arginarne l'ascesa.

Soprannominato "Mozart" per la sua appariscente chioma bionda, Wilders si dichiara antifascista, filosemita, antislamista e anticomunista. Il leader del Pvv è stato a lungo un punto fermo della politica olandese, e da mesi vive scortato dalle guardie del corpo che il governo gli ha fornito dopo aver ricevuto minacce di morte per la sua campagna per la messa al bando del Corano. Contrario all'invio di armi all'Ucraina e fortemente filoisraeliano, nel programma elettorale del Pvv ci sono diverse battaglie "storiche" di Wilders: la riduzione dell'età pensionabile, l'Iva allo 0% sugli alimenti e l'abolizione della franchigia nella sanità. Il leader del Pvv non ha mai escluso la possibilità di finanziare i suoi piani con i fondi destinati alle misure sul clima e l'azoto. Wilders vorrebbe anche tagli alle sovvenzioni per la cultura, alla cooperazione allo sviluppo, e ai fondi destinati all'Ue.

Timmermans secondo

Timmermans

Onestà, green e contenimento dell'estrema destra. Sono questi i tre concetti su cui Frans Timmermans, 62enne candidato premier per la coalizione di centro-sinistra Gl/PvdA, ha battuto di più nei giorni che hanno preceduto il voto. Timmermans ha annunciato lo scorso luglio il suo ritorno alla politica olandese, concludendo quasi 10 anni di permanenza a Bruxelles, città in cui ha occupato due posizioni importanti in chiave Ue. Sotto la guida di Jean-Claude Juncker, nel 2014 ha prima ricoperto il ruolo di vicepresidente responsabile per il miglioramento della regolamentazione, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, un ruolo che lo ha messo in contrasto con i governi di Polonia e Ungheria. Successivamente, nel 2019, Ursula von der Leyen lo ha nominato vicepresidente esecutivo responsabile del Green Deal europeo.

Dilan Yesilgoz, terzo posto per la delfina di Rutte

Danil Yesilgoz

"Libertà" e "sicurezzà" sono state il letimotiv della sua campagna elettorale. Figlia di rifugiati curdi e giunta in Olanda quando era solo una bambina, per la 46enne di origine turca Dilan Yesilgoz-Zegerius, candidata premier del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Pvv). Yesildoz, che del governo uscente è stata ministro della Giustizia, sembrava disposta anche a spingere il partito verso l'estrema destra se utile a trovare i numeri necessari per governare. "Dai miei genitori ho imparato ad avere a cuore la libertà e a difendere gli altri quando la loro è minacciata", aveva dichiarato Yesilgoz a Rotterdam in apertura della sua campagna elettorale intitolata "Dare spazio, definire i confini". La "delfina" designata di Rutte è diventata negli anni un personaggio assai complesso e divisivo.

La candidata premier ha costruito la sua fama politica attraverso numerose ospitate televisive, dove il suo linguaggio forbito a servizio di una causa sovranista e arrabbiata ma sempre lucida, l'ha resa la ventata d'aria fresca che un partito estremamente tradizionalista come il Vvd necessitava da tempo.

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