Non c'è carburante: e l'aereo scompare nel nulla sopra l'isola di Terranova

A settembre 1990 un aereo della compagnia peruviana Faucett Perù, dato in prestito ad Air Malta per la stagione estiva, scompare dai radar con 16 passeggeri, mentre sorvola l'isola di Terranova

Operazioni di recupero Faucett Perù 727 (Screen Unsolved History via YouTube)
Operazioni di recupero Faucett Perù 727 (Screen Unsolved History via YouTube)
00:00 00:00

11 settembre 1990. Un aereo della compagnia peruviana Faucett Perù scomparve nei pressi dell’isola di Terranova, nell’Oceano Atlantico, con a bordo 16 persone e non venne mai più ritrovato. Secondo le ricostruzioni dell’incidente, dal velivolo era partito un messaggio di soccorso, in cui i piloti comunicavano di aver esaurito il carburante e che sarebbero stati costretti ad ammarare.

La dinamica dell’incidente

Quell’11 settembre 1990 il Boeing 727-247 della compagnia Faucett Perù, noleggiato da Air Malta per la stagione estiva, stava rientrando in Perù dall’isola del Mediterraneo. A bordo del velivolo, che portava ancora i colori della livrea di Air Malta, c'erano sei membri dell’equipaggio e dieci passeggeri, tra dipendenti e i loro familiari, di rientro a casa. Ai comandi del Boeing quello sfortunato giorno c'erano i piloti Eduardo Dongo, Alfredo Saavedra, il primo ufficiale Varela e l'ingegnere di volo Ramirez. Dato il lungo volo che avrebbe dovuto affrontare, il Boeing effettuò alcune fermate intermedie prima di arrivare a Lima: Milano Malpensa, Keflavik in Islanda, Gander sull’isola canadese di Terranova, e Miami, in Florida.

Dopo il decollo dall’aeroporto islandese di Keflavik, l’aereo era in volo verso Gander, dove sarebbe dovuto atterrare per le 13.16, ora locale. Ma il Faucett Perù 727 non arrivò mai nell’aeroporto canadese e le sue tracce si persero nei cieli canadesi. L’unica comunicazione inviata dal Boeing venne intercettata dal volo Twa 851 e dal volo American Airlines 35, che stavano volando nella stessa zona del Faucett Perù.

Dopo aver ascoltato il messaggio, in cui il comandante Saavedra del volo 727 affermava di trovarsi a 10.000 piedi e di aver esaurito il carburante, i piloti di entrambi gli aerei, allarmati, trasmisero l’sos ai controllori del traffico aereo. Ma questi ultimi non riuscirono a mettersi in contatto con i piloti del Boeing, i quali non risposero più ad alcuna comunicazione. L'unica cosa che gli operatori sapevano, è che quando l'aereo scomparso inviò il messaggio di soccorso ricevuto dai due velivoli statunitensi, si trovava a circa 250 miglia a Sud Est di St. John’s, la capitale della provincia di Terranova e Labrador, molto lontana dalla rotta per Gander.

Le ricerche e la scomparsa dell’aereo

Trascorsero diverse ore senza ricevere notizie dal volo Faucett Perù 727: le forze armate canadesi decisero quindi di inviare diversi mezzi alla ricerca del velivolo, nell’area da cui era partita l’ultima richiesta di soccorso. Per le ricerche vennero impiegati tre aerei, tre elicotteri, tre navi della Guardia Costiera, un ciacciatorpediniere e due pattugliatori. Ma a parte un debole segnale captato da un satellite, del Boeing peruviano non c’era traccia.

Al momento della sparizione del volo il tempo e la visibilità erano buone, i soccorritori sperarono quindi che l’aereo fosse riuscito ad ammarare e che i passeggeri potessero essere rintracciati ancora vivi. Le ricerche continuarono per diverso tempo, ma alla fine le squadre di soccorso dovettero arrendersi: il volo Faucett Perù 727 venne dichiarato disperso e con esso, i suoi passeggeri.

Le indagini

Venne aperta un'indagine riguardo alla misteriosa scomparsa del volo Faucett Perù, ma fin dall'inizio ci fu molta confusione riguardo al numero di passeggeri a bordo del volo. Dapprima venne diffusa la notizia che a bordo c'erano 18 persone, ma in seguito funzionari della compagnia aerea peruviana dichiararono che 3 passeggeri erano scesi allo scalo islandese. Sul rapporto conclusivo si legge che i passeggeri erano 16 in totale, tra cui un neonato e 4 donne, tutti familiari dei dipendenti della Faucett Perù.

Durante le indagini venne inoltre asserito che quel tipo di aereo non fosse adatto a coprire un volo così lungo, motivo per il quale il viaggio prevedeva diversi scali per effettuare rifornimento di carburante.

Nonostante i piloti del volo 727, durante il loro ultimo messaggio, affermarono di essere senza carburante, nel rapporto conclusivo Lily Abbass, la portavoce del 'Transportation Safety Board of Canada', affermò che il velivolo si era allontanato di centinaia di miglia dalla rotta stabilita, perdendosi e affondando infine nelle gelide acque dell’isola di Terranova.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica