Il sistema sanitario inglese si conferma ancora una volta una roccaforte della religione woke. Già noto per lo striscione sui presunti 21 generi esistenti, l'NHS si è superato con le sue nuove linee guida: in nome di una inclusività esasperata, i medici, prima di fare una radiografia, dovranno chiedere anche agli uomini se sono "incinti". Nessuna boutade, è tutto vero: il nadir del buonsenso e lo zenit dell'ideologia talebana.
Come rivelato dal Telegraph, ai radiografi di diversi ospedali inglese è stato ordinato di verificare se tutti i pazienti di età compresa tra 12 e 55 anni siano incinti, indipendentemente dal sesso. Il vademecum è stato ritoccato dopo il caso di un uomo transgender – nato donna, ovviamente – inconsapevolmente in dolce attesa che si è sottoposto ad una tac. Da qui la decisione di chiedere a tutti i pazienti se sono in attesa di un bambino o meno: in teoria per evitare supposizioni di fronte a pazienti transgender, non binari e intersessuali, in pratica per regalare l’ennesima bandierina alla galassia Lgbt.
Le radiazioni delle radiografie, delle tac e delle risonanze magnetiche, così come i trattamenti contro il cancro, possono essere pericolose per i feti, ma i moduli progettati in nome dell’inclusività hanno causato confusione e rabbia tra i pazienti e rappresenterebbero un rischio per la loro sicurezza, secondo il personale del sistema sanitario inglese. Molti uomini se ne sono andati via su tutte le furie, mentre la maggior parte delle donne è scoppiata in lacrime a causa di queste domande invasive sulla fertilità. Ricordiamo che ai pazienti viene chiesto di compilare moduli di gravidanza indicando il sesso alla nascita, il nome preferito e i pronomi.
Una pratica umiliante, dunque, e non è un caso che molti addetti ai lavori abbiano invitato l’NHS a fare un passo indietro, preferendo il buonsenso all’integralismo arcobaleno. Secondo un medico, un uomo sottoposto a un percorso oncologico “era così infastidito dalle domande che ha urlato, ha lasciato il reparto e non si è sottoposto all’esame”. O ancora, in più di un’occasione il paziente si è offeso o imbarazzato dal dubbio che il suo sesso non fosse “ovvio”. Capitolo ancor più delicato per le donne reduci da aborti: domande così invasiva ricordano loro quei traumi. Non è tutto. Tra le varie sciocchezze contenute nei moduli, è spuntato l’indottrinamento dei bambini: viene infatti chiesto ai minorenni i pronomi preferiti.
La mancanza di buonsenso è visibile a occhio nudo.
La dottoressa Louise Irvine ha sottolineato che basterebbe registrare accuratamente il sesso dei pazienti, così da evitare domande sciocche o traumatiche: “Dato che è impossibile per chiunque di sesso maschile rimanere incinto, non c'è bisogno di chiedere alle persone di sesso maschile se potrebbero essere incinti […]Se qualcuno si identifica come transgender o non binario e le sue cartelle indicano che è biologicamente femmina, allora può essere rispettosamente interrogato sulla possibilità di una gravidanza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.