"Si vedono corpi nudi", gli studenti islamici minacciano il prof per "Diana e Atteone"

Nel mirino degli islamici i nudi contenuti nell'opera "Diana e Atteone" dell'italiano Giuseppe Cesari. Sgarbi: "Protesta frutto di ignoranza e cancel culture"

"Si vedono corpi nudi", gli studenti islamici minacciano il prof per "Diana e Atteone"
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Clima di alta tensione in Francia. L’ennesima polemica chiama in causa un dipinto del XVII secolo e, soprattutto, le difficoltà nell’integrazione del mondo islamico. Nel dipartimento delle Yvelines, periferia di Parigi, un insegnante della scuola elementare di primo grado Jacques-Cartier d'Issou è finito nella bufera per aver presentato durante la sua lezione di francese il quadro “Diana e Atteone” dipinto dall’italiano Giuseppe Cesari: proteste e persino minacce dagli allievi musulmani. Il motivo è semplice: l’opera ritrae rappresenta un passaggio delle Metamorfosi di Ovidio durante il quale Atteone sorprende la dea Diana e le ninfe durante un bagno. A scatenare l’indignazione degli islamici le donne svestite e le presunte dichiarazioni razziste e islamofobe del docente.

Gli studenti musulmani hanno protestato con veemenza con la coordinatrice dell’istituto, ma la loro versione sugli atti islamofobi del docente è stata completamente stroncata dal rettorato di Versailles. Come riportato da France Tv Info, i genitori degli alunni si sono presentati davanti alla scuola per chiedere spiegazioni e attaccare frontalmente l’operato del professore, che a sua volta avrebbe deciso di sporgere denuncia nei confronti degli addebiti rivolti, anche se al momento la procura di Versailles non ha confermato l’indiscrezione. Il livello d’allerta è elevato, considerando che al centro del dibattito vi è la stessa Accademia in cui insegnava Samuel Paty, l'insegnante assassinato il 16 ottobre 2020 per aver mostrato ai suoi studenti alcune caricature di Maometto del 2012 tratta dal giornale satirico Charlie Hebdo.

Gli insegnanti dell’istituto hanno deciso di protestare e già da quattro giorni hanno esercitato il diritto di recesso, che consente ai dipendenti francesi di rifiutare di riprendere il lavoro di fronte a una situazione di “pericolo grave e imminente per la propria vita o la propria salute” in attesa di trovare un accordo con il proprio datore di lavoro. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione francese, Gabriel Attal. La sua posizione è perentoria: “Il ruolo della scuola francese è formare dei cittadini della Repubblica. La nostra scuola ci sono delle radici: c'è la laicità, l'uguaglianza tra gli uomini e le donne e c'è il rispetto dell'autorità degli insegnanti. E anche se qualcuno cerca di mette in discussione queste radici o cerca di sradicare la nostra scuola le nostre radici sono solide e sostenute da insegnanti che formano i cittadini della nostra Repubblica e che democratizza il sapere al servizio del nostro Paese e della nostra Repubblica”. Attal ha precisato che non accetterà mai che in una scuola francese ci si rifiuti di guardare un’opera o ci si tappi le orecchie a lezione di musica, annunciando provvedimenti nei confronti degli studenti musulmani responsabili della protesta: “Questa mattina ho avviato una procedura disciplinare nei confronti di 3 studenti all'origine di questa situazione”.

Il caso della scuola “Jacques-Cartier d'Issou” ha fatto il giro del mondo, per il sottosegretario Vittorio Sgarbi le proteste “sono pretestuose, frutto dell'ignoranza e delle varie forme di 'Cancel culture’, 'Me Too’.... E' un'assoluta stronz...”.

Per il critico d’arte la discussione sul “Diana e Atteone” di Cesari è l’emblema dell’ignoranza profonda di alcuni studenti che scambiano il soggetto per la forma, ricordando che Cesari è uno dei più grandi pittori del Cinquecento-Seicento italiano: “Il tema del mito di Atteone è un tema assoluto rappresentato anche da Parmigianino. Grande parte dei quadri che mostrano nudità sono capolavori universali. Sono rimasti scioccati dalla loro stupidità”.

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