La proposta della Facoltà di Fisica dell'Università di Pechino era troppo allettante. Impossibile da rifiutare persino per un accademico del calibro di Gerard Mourou, accademico francese conosciuto in tutto il mondo e premio Nobel per la Fisica nel 2018. Il “genio dei laser”, come lo hanno soprannominato a causa della sua spiccata conoscenza nel campo dell'ingegneria elettronica e dei laser, ha scelto di entrare a far parte della Peking University in qualità di professore, andando a ricoprire un ruolo cruciale nella fondazione di un istituto incentrato sulla ricerca d'avanguardia e sulle collaborazioni internazionali. I dossier affrontati in questi studi? Fisica laser, delle particelle, nucleare, fisica medica e astrofisica. Tutte aree, insomma, che potrebbero consolidare il vantaggio tecnologico della Cina nei confronti degli Stati Uniti. E che, secondo alcuni, potrebbero aiutare Pechino a sviluppare armamenti sempre più temibili.
Il genio dei laser vola in Cina
La nomina di Mourou è stata annunciata sul sito web dell'università. L'ottantenne ha iniziato il suo nuovo ruolo il 12 ottobre scorso, e trascorrerà le prime settimane incontrando studenti e ricercatori di spicco presso le strutture dell'istituto. Nato nel 1944 ad Albertville, in Francia, questo talento cristallino della fisica ha conseguito il dottorato presso l'Università Pierre e Marie Curie nel 1973, prima di trasferirsi all'Università di Rochester negli Stati Uniti, dove ha svolto il lavoro pionieristico che gli è valso il premio Nobel.
Mourou ha ricoperto incarichi di docenza anche presso l'Università del Michigan, dove ha fondato il Centre for Ultrafast Optical Science, e presso l'Ecole Polytechnique in Francia. Ha ottenuto il premio Nobel per la fisica per il suo lavoro pionieristico sull'amplificazione degli impulsi chirped, una tecnica che ha consentito l'applicazione di laser ultraveloci in campi quali la chirurgia oculare e la produzione di precisione.
Nella sua carriera, fa presente il South China Morning Post, Mourou ha collaborato in modo esteso e duraturo con numerose università e istituzioni in Cina e ha parlato molto bene dei progressi scientifici del Paese asiatico. Ha inoltre avuto un ruolo chiave nello sviluppo di un impianto multi-raggio azionato da laser, un progetto congiunto tra l'Università di Pechino, l'Ecole Polytechnique di Parigi e la società tecnologica globale Thales. In un evento pubblico a Pechino, anni fa, Mourou aveva espresso la propria ammirazione per il progresso scientifico del Dragone. "Il divario si sta davvero riducendo. Sono rimasto stupito nel vedere i loro progressi. Non so come si possa fare meglio di così".
Lo sprint tecnologico del Dragone
I rapidi progressi della Cina in campo scientifico hanno attratto numerosi tra i migliori ricercatori provenienti da tutto il mondo. Mourou è soltanto l'ultimo della lista. Un altro esempio degno di nota è Michael Owen Jordan, una figura di spicco nel machine learning e un illustre professore dell'Università della California, Berkeley. L'anno scorso è stato nominato professore onorario presso l'Università di Tsinghua, un ruolo prestigioso che sottolinea la crescente attrattiva della Cina per i migliori ricercatori.
Come se non bastasse, anche un numero significativo di ricercatori cinesi che un tempo lavoravano negli Stati Uniti stanno ora tornando in Cina. Le tensioni geopolitiche e l'accresciuto controllo degli accademici cinesi negli Stati Uniti hanno spinto molti di loro a cercare opportunità altrove. Pechino, desiderosa di migliorare le sue capacità scientifiche, ha così intensificato gli sforzi per reclutare e trattenere professionisti altamente qualificati. Un altro esempio? Sun Song, un esperto di matematica nato in Cina che ha trascorso oltre un decennio a fare ricerca e insegnare alla University of California. All'inizio di quest'anno, è tornato in Cina per assumere una cattedra a tempo pieno.
Il contributo di esperti simili è ovviamente accademico.
Eppure numerosi governi occidentali iniziano a preoccuparsi: studi come quelli sui laser (la Cina sta puntando molto su questo) e sull'intelligenza artificiale possono essere sfruttati da Pechino, non solo in ambito universitario e scientifico, ma anche per rafforzare il proprio esercito. In che modo? Sviluppando armi sempre più potenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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