Valencia, niente più esenzione fiscale per le Ong pro migranti: ora devono pagare

Per anni hanno usato (gratis) i porti di Burriana e Vinarios. Arrivato al governo il Partito popolare ha abrogato l'esenzione fiscale

Valencia, niente più esenzione fiscale per le Ong pro migranti: ora devono pagare
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Qualcosa nella gestione delle Ong dei migranti sta cambiando anche al di fuori dei confini italiani e anche altri governi hanno iniziato a dare un giro di vite ai privilegi di queste organizzazioni. È il caso della Spagna, che per anni è stato il "porto sicuro" per il rimessaggio delle barche delle Ong, che per lungo tempo hanno goduto di un trattamento di favore nei porti della Comunità valenciana. Fino al 2023 il governo locale è stato in mano al Partito Socialista del Paese Valenciano-PSOE, forza di sinistra con lunga storia di radicazione regionale. Essendo quella valenciana una comunità autonoma, il governo locale ha diritto di legiferare e in passato è stato stabilito, con la Legge 2/2014 che le Ong che volessero eleggere come propria base un porto demaniale dell'area valenciana sarebbero state esenti dal pagamento delle imposte. Una enorme agevolazione per queste barche, che per anni sono potute rimanere gratuitamente in porto a differenza di qualunque altro natante.

I porti maggiormente utilizzati a tale scopo sono stati quelli di Burriana e di Vinarios ma con l'avvento al governo locale del Partito Popolare, principale forza di destra/centrodestra, l'agevolazione per le Ong è stata eliminata e la prima a rendersi conto di aver perso il privilegio è stata la basca Salvamento Maritimo Humanitario, che gestisce la barca Aita Mari. Con un comunicato ha fatto sapere che l'attuale governo intende riscuotere la liquidazione delle imposte non pagate a partire dal 2021, che per la loro barca significa dover versare nelle casse del governo almeno 63.3mila euro. Considerando che Aita Mari non è l'unica nave Ong che ha goduto del privilegio ma che, a turno, pressoché tutte le navi hanno ormeggiato tra Burriana e Vinarios, è facile fare i conti per avere una stima di quanti introiti fiscali abbia perso il governo valenciano in conseguenza di questa agevolazione. Pressoché tutte le Ong tedesche hanno eletto questi porti come loro "casa" nei mesi di pausa e anche quelle spagnole fanno base qui, dove oltre a non pagare le tasse pare non abbiano mai nemmeno pagato l'acqua e la corrente elettrica.

"È nella più pura tradizione del fascismo stravolgere la legge per far sembrare legale ciò che non è legale, la modifica della legge che elimina l'esenzione fiscale approvata nel giugno 2024, intendono applicarla con effetto retroattivo, effettuando una liquidazione delle tasse degli ultimi quattro anni, fino al 2021", scrive nel comunicato Smh. Un classico, dopo tutto: ciò che a loro non piace diventa fascista, elemento utile per costruire una narrazione vittimista che faccia breccia sui loro sostenitori, per lo più parte di quella larga fetta di soggetti che per esistere devono sventolare lo spettro del fascismo.

Nel comunicato di Smh ci sono gli stessi elementi utilizzati per aggredire il governo italiano ogni qualvolta assegni un posto non gradito a una Ong ma tutto questo da parte dell'organizzazione spagnola ha un evidente scopo che si esplica nelle righe finali: "Avvertiamo Infine che l'applicazione di queste tariffe renderà molto difficili le prossime missioni di Aita Mari (la prossima prevista per ottobre)". Ciò significa che vogliono nuovi finanziamenti e nuove donazioni in aggiunta a quelle (cospicue) che già ricevono anche dagli enti pubblici.

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