Guy Georges, la bestia della Bastiglia che terrorizzò Parigi

Violenza, sangue, stupri: il serial killer francese condannato all'ergastolo per aver ucciso sette donne tra il 1991 e il 1997

Guy Georges, la bestia della Bastiglia che terrorizzò Parigi

Pochi serial killer hanno terrorizzato la Francia come Guy Georges. Un vagabondo senza futuro, dedito a rapine e all’alcolismo, in grado di uccidere barbaramente sette donne e di aggredirne (almeno) altre dieci. Un percorso criminale tra stupri e sangue che ha radici lontane, con problematiche visibili a occhio nudo. La sua vicenda ha scosso profondamente la giustizia e la società francese, segnando indelebilmente gli anni Novanta.

Infanzia problematica

Nato il 15 ottobre 1962 a Vitry-le-Francois da madre francese e padre afroamericano - il soldato George Cartwright - Guy Georges viene abbandonato quasi subito. I nonni si rifiutano di prendersi cura di lui e viene affidato a una madre adottiva, Jeanne Morin. Il futuro serial killer cresce nella periferia di Angers, sviluppando un carattere solitario capace di trasformarsi in temperamento violento e aggressivo. Il percorso scolastico è a dir poco complicato, a 14 anni i primi segni di violenza, con il tentato strangolamento della sorellastra Roselyne, affetta da disabilità mentale. L’episodio viene però tenuto nascosto per dargli un’altra possibilità.

Passa un anno, ma la situazione non cambia. Guy Georges si rende protagonista di una nuova aggressione casalinga, questa volta contro la sorellastra Christiane, di nuovo un tentato strangolamento. Preoccupata per le sue figlie, la madre adottiva spedisce Georges a “La Marmitière”, specializzata nella gestione dei ragazzi in difficoltà. Non cambia granché: il 6 febbraio Guy Georges aggredisce la giovane Pascale C. alla fermata di un bus. Prima la tentata estorsione, poi lo strangolamento. Fortunatamente la ragazza riesce a scappare. Arrestato dalla polizia, rimane una settimana in custodia cautelare. Dopo il rilascio, la vita non migliora, anzi: entra in stato depressivo e annega i pensieri nell’alcol.

L'escalation della violenza

Guy Georges inizia ad entrare e uscire dal carcere, alternando violenze e arresti, soprusi e condanne. Poi il salto di qualità, con molestie sessuali e stupri. Dopo l’ennesimo periodo di detenzione, nel febbraio del 1981 si stabilisce a Parigi con un fratellastro. Qui comincia a rubare e a prostituirsi per poter sopravvivere. E le aggressioni salgono di tono: nel novembre del 1981 aggredisce la diciottenne Nathalie L. Violenza sessuale, pugnalate e fiumi di sangue: la giovane sopravvive miracolosamente, ma non riesce a indicare Georges come aggressore. Si tratta del primo crimine efferato conosciuto del trascorso criminale della bestia della Bastiglia.

Il vagabondo dal trascorso difficile continua a entrare e uscire dalla galera, aumentando esponenzialmente la violenza delle sue aggressioni. Nel giugno del 1982, otto giorni dopo un rilascio, assale la giovane Violette K. in un parcheggio sotterraneo del 16° arrondissement: stupro e accoltellamento, ma la donna riesce a scappare prima che accada il peggio. Per questo crimine viene condannato a 30 mesi – ne sconta diciotto: viene liberato il 27 febbraio 1984, la stessa sera aggredisce un’altra donna. Nel suo mirino la malcapitata Pascale Nix: anche lei viene attaccata con un coltello, ma riesce a fuggire. Ennesimo arresto, ennesima condanna: 10 anni di reclusione.

Guy Georges, la bestia della Bastiglia

Guy Georges

Il 18 gennaio 1991, dopo cinque anni e mezzo in cella a Caen, Guy Georges beneficia del regime di semilibertà e decide di scappare a Parigi. Nella notte tra 24 e 25 gennaio, nota Pascale Escarfail sulla terrazza di un caffè. La segue fino a casa, al 41 di rue Delambre, e riesce a introdursi nella sua abitazione: qui la violenta e la uccide con tre pugnalate. Il primo truculento omicidio. L’uomo riesce a farla franca, almeno per quanto concerne l’assassinio: il 17 febbraio 1991 viene nuovamente arrestato e condannato a otto mesi per l’evasione, in aggiunta a quelli già da scontare.

Guy Georges viene rilasciato il 4 aprile 1992 e torna a Parigi. Dopo un tentato omicidio, torna in galera e ne esce nel novembre del 1993. Ma la pausa dagli omicidi è breve, all’inizio del 1994 torna in azione: uccide Catherine “Cathy” Rocher in un parcheggio sotterraneo dopo abusi sessuali. Sei giorni dopo invece, aggredisce Annie Le Fleouter, conduttrice radiofonica di Radio Nostalgie, sotto il portico dell’appartamento in cui viveva a rue du Père Corentin. Passa qualche mese ed ecco il terzo omicidio: l’8 novembre 1994 ammazza la ventiduenne Elsa Benady nel parcheggio sotterraneo della sua abitazione nel 13° arrondissement.

Violenze sessuali, pugnalate, strangolamenti. Guy Georges gode delle sue opere criminali e non riesce a fermarsi, non può farne a meno. Il quarto omicidio è datato 10 dicembre 1994: violenta e sgozza l’architetto olandese Agnès Nijkamp nella sua casa nell’11° arrondissement. Il 16 giugno 1995 nel suo mirino finisce Elisabeth Ortega, che però riesce a sfuggire alla furia omicida. La giovane, rimasta traumatizzata, non riesce a fornire una descrizione corretta dell’aggressore, parlando di un uomo nordafricano e non di un meticcio come la bestia della Bastiglia. Un errore che causerà problemi in fase di indagine.

Il colpo di fortuna

Guy Georges continua la sua carriera da killer e incomincia a mette la firma sui suoi delitti: taglia il reggiseno e sposta gli slip delle sue vittime. L’8 luglio 1995 un nuovo spietato assassinio: aggredisce, violenta e uccide la ventisettenne olandese Hélène Frinking. Poi il classico caso di sliding doors.

Gli investigatori infatti individuano un profilo genetico dai casi di Agnes Nijkamp e Elisabeth Ortega. Idem per il caso di Elsa Benady: nella sua auto viene trovato un biglietto con tracce ematiche. Le autorità non collegano i due casi e procedono per strade diverse, non comparando i due profili di Dna. Un "killer degli appartamenti" e un "killer dei parcheggi". Guy Georges viene accostato a quest’ultimo “profilo”, ma l’analisi del Dna con il biglietto trovato nella vettura della Benady dà esito negativo. Un colpo di fortuna incredibile. Doppio, considerando che il suo profilo genetico non viene comparato a quello ritrovato negli appartamenti di Agnes Nijkamp e Elisabeth Ortega.

Il caso dell’assassino di Parigi – ribattezzato “le tueur de l’Est parisien” – inizia a scuotere la città, ma Guy Georges si sente invincibile dopo averla fatta franca. Dopo un altro periodo di detenzione di 17 mesi – questa volta per aggressione sessuale contro la giovane Mélanie Bacou – il serial killer torna in azione il 23 settembre. Dopo l’abuso sessuale, trafigge con una lama la studentessa diciannovenne Magali Sirotti. Un mese dopo – il 28 ottobre – il tentato omicidio di Valérie Lauzanne. Infine il settimo e ultimo omicidio, quello della notte tra il 15 e il 16 novembre del 1997: Guy Georges violenta e uccide con il solito metodo la venticinquenne Estelle Magd.

L'inizio della fine

Consapevole del rischio di cattura, Guy Georges lascia Parigi per qualche mese. Al suo ritorno, la polizia entra in azione grazie alle tracce di Dna lasciate sulle ultime scene del crimine. Dopo una battaglia giuridica, le autorità individuano il suo profilo genetico negli archivi. Inizia la corsa contro il tempo per arrestarlo prima di nuovi delitti, ma il lavoro della polizia è tutt’altro che semplice: da buon vagabondo, la bestia della Bastiglia non ha un indirizzo noto. In altre parole va setacciata l’intera città.

Due giorni dopo l’identificazione, il 26 marzo 1998, viene individuato e arrestato non lontano dalla stazione della metropolitana Blanche nel 9° arrondissement. Davanti al giudice si proclama innocente, negando totalmente la sua colpevolezza. Poi, improvvisamente, inizia a parlare: racconta il delitto di Magalie Sirotti, spiegando tutti i dettagli. Una prima confessione che fa da apripista: nella prima fase, viene accusato di cinque omicidi e di un tentato omicidio.

Il giudice però ha il presentimento che abbia ucciso altre donne, in particolare le vittime del “killer dei parcheggi”, Catherine Rocher e Elsa Benday. Dopo qualche tempo, Guy Georges viene convocato e interrogato per dieci ore: sfinito, confessa l’omicidio della Rocher e poi, per sbaglio, rivela i particolari del delitto Benday.

Il 5 aprile 2001 Guy Georges viene condannato all’ergastolo con un termine minimo di 22 anni. Oggi potrebbe chiedere la libertà condizionata, ma non ha alcuna intenzione di farlo: “Mi autoinfliggerò una condanna: non uscirò mai di prigione, potete starne certi”, le sue parole al termine del processo.

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