Charlotte Owen, chi è la baronessa nominata da Boris Johnson

Ha destato scalpore la scelta di Boris Johnson di chiedere la nomina a baronessa per la 30enne Charlotte Owen. In molti si interrogano sulla misteriosa scelta dell'ex primo ministro

Charlotte Owen, chi è la baronessa nominata da Boris Johnson
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Charlotte Owen è giovanissima. Non ha neanche 30 anni, 29 per l'esattezza, eppure diventerà il più giovane membro della Camera dei Lord della storia della storia del Regno Unito. Per maggiori informazioni, per sapere come e perché è accaduto qualcosa del genere, rivolgersi a Boris Johnson. Già, perché da primo ministro uscente - come è consuetudine in Gran Bretagna - Johnson ha proposto una lista di persone che riceveranno una serie di onorificenze. Tra ex collaboratori e politici, nell'elenco era presente anche Miss Owen.

Chi è Charlotte Owen

Charlotte Katherine Tranter è nata nel 1993 e ha frequentato l'Università di York, laureandosi in politica e relazioni internazionali nel 2015. Ha lavorato come stagista presso Portland, una società di consulenza in comunicazioni strategiche, prima di lavorare come stagista per un mese per il deputato conservatore William Wragg.

Owen ha quindi lavorato come stagista parlamentare per il signor Johnson per sei mesi. Successivamente, è diventata assistente parlamentare di Alok Sharma, ricoprendo l'incarico per sette mesi, e assistente parlamentare senior di Jake Berry e Johnson, prima di lavorare esclusivamente per l'ex primo ministro, per un anno e due mesi.

Dal febbraio 2021 all'ottobre 2022, è stata consulente speciale sia del signor Johnson che di Liz Truss durante il suo breve mandato come primo ministro. Insomma, Owen ha svolto alcuni lavori in Parlamento ma non ha certo avuto una carriera politica illustre, hanno fatto notare i media britannici. Nonostante questo, avrà un posto assicurato alla Camera dei Lord.

L'ultimo caso Johnson

Johnson è così nuovamente finito nell'occhio del ciclone. Oggetto della contesa l'elenco di nomi meritevoli di ricevere le suddette onoreficienze. Nei giorni scorsi è anche andato in scena un rovente botta e risposta alla Camera dei Comuni britannica fra il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer e l'attuale primo ministro Rishi Sunak, sullo scontro interno ai Tories divampato in questi giorni fra lo stesso Sunak e il suo predecessore Boris Johnson.

Starmer è andato all'attacco nel consueto Question Time dello scorso mercoledì, accusando Sunak d'essersi mostrato troppo debole di fronte alla lista di nomine e decorazioni presentata da BoJo secondo tradizione all'atto delle sue dimissioni da capo del governo dell'estate scorsa (lista infine approvata infine in forma ridotta, senza l'inserimento di alcuni pretoriani johnsoniani); di aver perso il controllo del suo partito; e di far pagare il conto di "questo caos" al Paese: soprattutto ai britannici più colpiti dall'attuale congiuntura economico-sociale.

Sunak ha replicato sostenendo di aver "rispettato alla lettera" le procedure sulla lista d'onore, limitandosi ad avallare i nomi lasciati nell'elenco presentato dal predecessore dagli organismi di controllo della Camera Alta.

Ha poi contrattaccato, accusando il numero uno laburista di aver a sua volta promosso nel recente passato la designazione per seggi di Lord spettanti alle opposizioni figure controverse del proprio schieramento come l'ex vice leader Tom Watson, "noto propalatore di teorie della cospirazione". E di non avere ricette per il rilancio dell'economia del Regno, salvo indebitarlo a livelli insostenibili.

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