"Guerra sarà lunga". E Putin torna ad agitare lo spauracchio nucleare

Parlando dell’Ucraina, Vladimir Putin ha dichiarato che la missione di Mosca potrà durare ancora a lungo, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli in merito

"Guerra sarà lunga". E Putin torna ad agitare lo spauracchio nucleare

La Russia continuerà a lottare costantemente per i suoi interessi nazionali in diversi modi. L’operazione militare speciale in Ucraina potrebbe diventare "un processo a lungo termine". Mosca, inoltre, si concentra sui "mezzi pacifici", ma "se non resta altro" è pronta a "difendersi con tutti i mezzi a disposizione". Vladimir Putin, tra le altre cose, ha lanciato un chiaro avvertimento indiretto all’Occidente parlando della situazione militare sul territorio ucraino. Il leader russo, inoltre, ha affermato che la minaccia di una guerra nucleare "sta aumentando"

Le parole di Putin

Procediamo con ordine. I due temi principali toccati da Putin sono coincisi con la guerra in Ucraina e con le organizzazioni occidentali per i diritti umani. Ebbene, alcune organizzazioni sono state "create come strumento di influenza sulla politica interna della Russia e soprattutto di altri Paesi dell'ex Unione Sovietica", ha tuonato il presidente russo, citato da Ria Novosti.

Nel corso di un incontro con il Consiglio russo per i diritti umani, Putin ha quindi sparato a zero, in videoconferenza, contro le organizzazioni per i diritti umani occidentali, la maggior parte delle quali considererebbero la Russia un Paese di seconda classe che non avrebbe alcun diritto di esistere.

Le organizzazioni per i diritti umani

Come ha spiegato il capo del Cremlino, da parte della Russia ci può essere solo una risposta, ossia "una lotta coerente" per i suoi "interessi nazionali". "Lo faremo con ogni mezzo. Prima di tutto, ovviamente, ci concentreremo su mezzi pacifici, ma se non rimane nient'altro, ci proteggeremo con tutti i mezzi a nostra disposizione", ha ribadito Putin.

"La dottrina internazionale dei diritti umani è utilizzata per giustificare il dominio ideologico dell'Occidente", ha rincarato la dose Putin. "Sì, ci sono diverse organizzazioni per i diritti umani in Occidente, ovviamente, ma sono state create principalmente per questi scopi", ha affermato. "E per sembrare neutrali, di tanto in tanto hanno menzionato casualmente le questioni relative ai diritti umani nei loro Paesi, ma è più come un'eccezione. Erano principalmente impegnati a lavorare professionalmente sulla pista russa e post-sovietica", ha concluso il capo del Cremlino.

La guerra in Ucraina

Parlando dell’Ucraina, il leader russo ha sottolineato che la missione di Mosca potrà durare ancora a lungo, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli in merito. In merito all’eventualità che la Federazione Russa possa avallare un’ulteriore mobilitazione, questa non sarebbe nient’altro che un’indiscrezione senza senso. Il motivo è semplice: per Putin "parlare di un'ulteriore mobilitazione in Russia non ha senso, non è necessaria". Dei 300.000 mobilitati in Russia, 150.000 sono stati schierati nella zona dell'operazione militare in Ucraina, e di questi 77.000 si trovano nelle unità di combattimento.

"Per quanto riguarda i risultati dell'operazione" militare russa in Ucraina, "potrebbe essere un processo lungo ma sono comparsi nuovi territori: questo è un risultato così significativo per la Russia", ha proseguito Putin riferendosi ai territori ucraini conquistati dalle truppe del Cremlino.

"Il mare di Azov è diventato un mare interno della Federazione Russa, queste sono cose serie", ha detto ancora Putin. "Soprattutto", ha continuato, "le persone che vivono in quei territori sono con noi e sono milioni, e questo è il risultato più importante".

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