"Locus of control". Cosa c'è dietro il linguaggio del corpo di Trump

Il pugno alzato, l'orecchio insanguinato, le scarpe, l'urlo verso la folla: l'esperto analizza le immagini che faranno la storia

"Locus of control". Cosa c'è dietro il linguaggio del corpo di Trump
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Non si parla d'altro che della prontezza di spirito di Donald Trump in quei drammatici momenti al comizio di Butler in Pennsylvania. Rapidità nel chinarsi prima, per evitare di essere colpito dal cecchino. E poi forza di volontà nel rialzarsi, circondato dagli agenti del secret service, peraltro trovando pure il tempo per arringare la folla. La sua immagine con l'orecchio insanguinato e il pugno rivolto in alto è potente, elettoralmente utilissima, clamorosa. Ma è stato solo un caso? Cosa c'è dietro il linguaggio del corpo di The Donald?

La risposta l'ha data a Quarta Repubblica Patrick Facciolo, esperto di comunicazione che già in altre occasioni aveva svelato il "non detto" dei video di Chiara Ferragni (e non solo). Come si reagisce in maniera così pronta e decisa ad un evento drammatico, come quello di aver subito un attentato potenzialmente letale? "In psicologia si chiama teoria dell'auto percezione, secondo cui le persone basano la propria percezione anche attraverso l'osservazione del proprio comportamento. Le parole di Trump, "fight, fight, fight", sono rivolte al pubblico, ma possono esercitare una risposta neurofisiologica tranquillizzante anche verso se stessi".

Non solo. "Ci sono poi persone dotate di 'locus of control' interno, ovvero 'io sono in grado di condizionare gli eventi', tipico dei leader politici che altrimenti non deciderebbero di fare politica; altri invece hanno un 'locus of control' esterno, secondo cui cioè gli eventi sono condizionati solo da fattori esterni". Secondo Facciolo, rialzarsi subito dopo un attentato, con tutta la folla che urla di paura e gli agenti del secret service che ti coprono, potrebbe rappresentare "il tentativo di riaffermare a se stessi la percezione di 'locus of control interno'" che convince il soggetto, in questo caso Trump, di essere ancora in grado di gestire e influenzare gli eventi.

Infine, mai dimenticare il fattore adrenalina.

"È un ormone - spiega l'esperto - che fa aumentare la frequenza cardiaca, l'afflusso di sangue ai muscoli ed è questo il motivo per cui in una situazione simile c'è una tensione naturale al movimento, come si capisce dal tentativo di Trump di rialzarsi immediatamente". Certo è, comunque, che la prontezza di spirito gli garantirà un posto nei libri di storia.

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