Anthony Hardy è uno dei serial killer più recenti nella storia del Regno Unito, ma sono ancora molti i mestieri sul suo conto. Conosciuto anche come lo squartatore di Camden – come Jack ha “operato” a Londra – l’ingegnere ha ucciso tre donne nel 2002, ma secondo gli esperti il bilancio potrebbe essere più elevato. Almeno nove delitti, secondo la polizia britannica.
Infanzia e adolescenza
Anthony Hardy nasce il 31 maggio del 1951 a Burton upon Trent, nello Staffordshire, uno dei numerosi bacini minerari dell'Inghilterra. A differenza di molti altri serial killer, trascorre un’infanzia apparentemente tranquilla. Nessun episodio di violenza, nessun abuso, niente di niente. Anzi: si distingue per i risultati scolastici ottenuti fino ad arrivare all’università. Hardy consegue una laurea in ingegneria meccanica presso l’Imperial College di Londra e inizia subito a lavorare accettando l’offerta di un ruolo come manager di un’importante società londinese.
I primi segnali di squilibrio mentale
Nel 1972 Anthony Hardy si sposa con Judith Dwight, che sarà la madre dei suoi quattro figli. La coppia si trasferisce in Tasmania ed è lì che l’uomo mostra i primi segnali di squilibrio mentale. Nel 1982 tenta di uccidere la moglie colpendola con una bottiglia, per poi annegarla nella vasca da bagno. La donna riesce a salvare la pelle ma decide di non denunciarlo. Hardy trascorre un periodo presso una clinica psichiatrica in Australia, ma la situazione non migliora e alla fine delle cure torna in Inghilterra, mentre la moglie e i figli restano nel Paese oceanico. La coppia divorzierà nel 1986.
Dopo la rottura con la moglie, Anthony Hardy entra ed esce dagli ospedali psichiatrici, dove gli diagnosticano un disturbo bipolare. Viene curato per depressione, psicosi indotta da farmaci e abuso di alcol. Nonostante la laurea in ingegneria resta disoccupato e inizia a vagabondare tra gli ostelli di Londra, ricevendo diverse condanne per furto e ubriachezza molesta. Inizia a fare uso di droghe e contemporaneamente comincia a frequentare prostitute. Nel 1998 viene accusato di stupro da una passeggiatrice, ma le accuse vengono ritirate per mancanza di prove. Nel 2000 Anthony Hardy trova una sistemazione in una casa popolare a Camden, in Royal College Street. Ma le cose non migliorano. Anzi.
Anthony Hardy diventa lo squartatore di Camden
Il 17 dicembre del 2000 un uomo avvista un corpo galleggiare nel Tamigi. Le autorità recuperano il cadavere di una donna segato a metà: si tratta della prostituta Zoe Louise Parker, 24 anni. La polizia indaga, ma non individua il colpevole. Poche settimane dopo, nel febbraio del 2001, tre ragazzini scoprono un cadavere smembrato sulle rive del Regent’s Canal di Camden. Nel fiume gli agenti trovano altre sei buste con i resti del cadavere, identificato nella trentunenne Paula Fields, anche lei prostituta.
Gli investigatori provano a trovare dei legami tra i due omicidi e mettono nel mirino i conoscenti delle due passeggiatrici, ma non prendono mai in considerazione il (presunto) colpevole: Anthony Hardy. Mosso da un odio profondo nei confronti delle donne – forse per il rapporto con la madre, forse per com’è finita con la moglie – l’uomo sfoga la sua rabbia contro le prostitute, le uniche con cui riesce ad avere dei rapporti sessuali. Dopo ogni omicidio, Hardy fa a pezzi i cadaveri, li rinchiude dentro sacchi di plastica e li abbandona nelle discariche dei rifiuti.
Nel gennaio del 2002 la vicina di casa di Anthony Hardy chiama la polizia e accusa l’uomo di aver versato dell’acido contro la sua cassetta delle lettere. Gli agenti bussano alla porta dell’uomo e fanno una scoperta scioccante: nella camera da letto trovano il cadavere di una donna. Si tratta di Sally White, 38enne professione prostituta. Sul corpo segni di morsi e una ferita alla testa. Ma l’autopsia incredibilmente scagiona Hardy: la donna è morta per un infarto in quanto malata di cuore. Il cinquantunenne viene dunque prosciolto dalle accuse ma viene mandato all’ospedale di St. Luke per essere sottoposto ad alcuni esami psichiatrici.
Il caso viene affidato al dottor Alan Stuart-Reid, che raccomanda che Anthony Hardy venga internato. Il suo parere non viene preso in considerazione e l’uomo viene rilasciato nel novembre del 2002. E lo squartatore di Camden torna a uccidere. Il 30 dicembre un senzatetto trova dei resti umani in un cassonetto: sono i cadaveri smembrati di Bridgette MacClennan e di Elizabeth Valad. Questa volta le indagini portano immediatamente a Hardy, che nel frattempo si è allontanato dalla sua abitazione.
L'arresto, la condanna e la morte
La fuga dura poco. Anthony Harden viene infatti individuato e arrestato all’University College Hospital il 2 gennaio del 2003. Viene accusato dell’omicidio di MacClennan e Valad. Dopo un lungo silenzio, lo squartatore di Camden cambia atteggiamento e confessa gli omicidi delle due donne e quello di Sally White. Hardy viene condannato a tre ergastoli. Nessuna accusa, invece, per gli omicidi di Zoe Parker e Paula Fields, nonostante le evidenti somiglianze tra i casi.
Ma non è tutto.
Negli ultimi anni Anthony Hardy è stato collegato ad altri cold case, come l’omicidio di Sharon Hoare a Fulham nel 1991 e quello di Christine McGovern a Walthamstow nel 1995. Entrambe prostitute. Nessuna accusa è stata dimostrata. Lo squartatore di Camden muore in carcere per una polmonite il 25 novembre del 2020, all’età di 69 anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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