Il primo omicidio a 14 anni, la setta, la violenza: Ottis Toole, il serial killer piromane

Ottis Toole ha ucciso 6 persone, ma secondo le autorità statunitensi (e in base alle sue confessioni) il bilancio potrebbe essere molto più elevato

Il primo omicidio a 14 anni, la setta, la violenza: Ottis Toole, il serial killer piromane

Necrofilia, cannibalismo, vilipendio di cadavere. Questi sono solo alcuni dei crimini di cui si è reso responsabile Ottis Toole, serial killer americano poco conosciuto all’estero ma autore di alcuni dei delitti più efferati del Paese a stelle e strisce. Il bilancio ufficiale è di sei omicidi commessi tra il 1961 e il 1983, ma secondo gli esperti – e in base a quanto confessato dallo stesso Toole – il conteggio potrebbe essere molto più elevato, addirittura a tre cifre.

Infanzia e adolescenza

Ottis Toole nasce il 5 marzo del 1947 a Jacksonville, in Florida. Il padre è un alcolizzato che presto lascia la famiglia, mentre la madre è una donna violenta, che già in tenera età lo veste con abiti da donna e lo chiama Susan. Quella del futuro serial killer non è un’infanzia semplice: è infatti vittima di abusi sessuali da parte di parenti stretti e conoscenti: tra gli altri la sorella maggiore e un vicino di casa. Ma non solo: la madre è una fanatica religiosa, mentre la nonna – dichiarerà alle forze dell’ordine – è una satanista che lo espone a pratiche e rituali satanici, compreso il furto di tombe.

I risultati scolastici sono spesso insufficienti e Ottis Toole viene classificato come affetto da una lieve disabilità intellettiva, con un QI pari a 75. Il rapporto con la madre è tormentato e in più di un’occasione scappa di casa e va a dormire in case abbandonate. Un malessere palpabile, certificato dalla tendenza ad appiccare incendi: lo stesso Toole rivelerà di essere stato un piromane sin da piccolo e di essere sempre stato eccitato sessualmente dal fuoco.

Verso i 10 anni Ottis Toole rivela ai componenti della famiglia di essere omosessuale – per questo sarà spesso maltrattato tra le mura domestiche – mentre due anni più tardi coltiva una relazione con un ragazzo del vicinato. Complici le grandi difficoltà di apprendimento, abbandona la scuola in terza media e inizia a vivere da vagabondo, frequentando spesso un bar gay e lavorando saltuariamente come gigolò.

Il primo omicidio

Il primo omicidio di Ottis Toole risale al 1961. All’epoca quattordicenne, il vagabondo-gigolò incontra un uomo d’affari e riceve delle avances sessuali. Dopo aver rifiutato la sua corte, lo investe con la sua stessa auto e scappa immediatamente via, senza lasciare tracce. Un po’ per caso e un po’ per fortuna, riesce a farla franca e non verrà mai accostato a quel delitto.

Toole entra per la prima volta in galera ancora minorenne, quando ha diciassette anni, per vagabondaggio. Se la cava con poco, lascia il carcere dopo pochi mesi, e continua a vagabondare per il sud-est degli Stati Uniti, continuando a lavorare come gigolò e mendicando. Nel 1974 finisce nel mirino della polizia per due omicidi: prima per quello della ventiquattrenne Patricia Webb, poi per quello della trentunenne Ellen Holman, uccise a un mese di distanza. Nonostante le accuse a suo carico, Ottis Toole riesce nuovamente a farla franca e decide di lasciare Boulder (in Colorado) per fare ritorno a Jacksonville.

Ottis Toole diventa un serial killer

Dopo un anno vissuto di stenti, nel gennaio del 1976 Ottis Toole si sposa con una donna di venticinque anni più grande di lui. Una mossa per nascondere la sua vera sessualità, ma l’esito è catastrofico: tre giorni dopo le nozze, la moglie scopre tutto e lo abbandona senza pensarci un secondo di più. Passano pochi mesi e Toole incontra Henry Lee Lucas a una nota mensa dei poveri di Jacksonville. Una conoscenza che stravolge la vita del vagabondo da ogni punto di vista, ma che soprattutto lo trasforma in un serial killer.

Ottis Toole dichiarerà alle forze dell’ordine di aver ucciso 108 persone in compagnia di Lucas, delitti commessi su richiesta di una setta chiamata “The Hands of Death”, ossia “Le mani della morte”. La polizia non confermerà mai l’esistenza della cricca criminale, ma alcuni omicidi trovano pieno riscontro con la realtà. Il primo è quello del 4 gennaio del 1982, vittima il sessantacinquenne George Sonnenberg: Toole lo chiude all’interno della sua abitazione e gli dà fuoco. L’uomo morirà sette giorni dopo per le ferite riportate. Ottis Toole e l’amico – forse amante – commettono altri delitti efferati, spesso senza un movente. Toole predilige le vittime di sesso maschile e non sarebbero mancati episodi di necrofilia e cannibalismo, come confermato negli interrogatori.

L'arresto e le confessioni

Ottis Toole viene arrestato nell’aprile del 1983 per un incendio doloso non correlato a quanto accaduto a casa di George Sonnenberg. Nonostante ciò, decide di confessare e per quel crimine verrà condannato a vent’anni di carcere: lui e la vittima avevano una relazione sessuale e tutto precipitò per una violenta litigata. Due mesi dopo, nel giugno del 1983, la polizia arresta anche Lucas per possesso illegale di arma da fuoco. Ma una volta arrivato in carcere il socio di Toole inizia a vantarsi della furia omicida orchestrata dalla coppia.

In un primo momento Ottis Toole nega qualsivoglia coinvolgimento, ma con il passare dei giorni inizia a confermare le confessioni di Lucas. Emblematico il caso dell’omicidio di Adam Walsh, bambino di sei anni ucciso nel 1981: Toole confessa di averlo rapito nel centro commerciale Sears e di averlo decapitato con un machete dopo aver guidato senza meta per un’ora. La polizia però non riesce a provare la veridicità della confessione nonostante la presenza di sangue nella Cadillac del killer. Il caso verrà risolto solo nel dicembre del 2008 grazie ai progressi della tecnologia. E, ancora, Toole si dichiara colpevole di altri quattro omicidi a Jacksonville: John McDaniel, Jerilyn Peoples, Brenda Burton, Ruby McCary e Ada Johnson, tutti uccisi in Florida dal 1980 al 1983.

La condanna e la morte

Ottis Toole viene condannato a morte per i delitti commessi, ma la pena viene tramutata in ergastolo.

Il killer piromane continua a confessare delitti, ma solo sei vengono confermati dalle autorità, che smentiscono categoricamente un bilancio superiore alle cento vittime. Toole muore il 15 settembre del 1996, all’età di quarantasei anni, per insufficienza epatica.

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