L'Unità 840 contro "lo sposo" e "la sposa": l'intrigo di Teheran per uccidere due reporter

Sima Sabet e Fardad Farahzad, due presentatori della rete indipendente Iran International Tv (Itn) di Londra, erano finiti nel mirino di un presunto killer. Arruolato da Teheran per ucciderli

L'Unità 840 contro "lo sposo" e "la sposa": l'intrigo di Teheran per uccidere due reporter
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Un complotto per assassinare due giornalisti iraniani nel Regno Unito sarebbe stato sventato dalle autorità britanniche. Ha dell'incredibile la storia che arriva da Londra e che ha come protagonisti Sima Sabet e Fardad Farahzad, due presentatori della rete indipendente Iran International Tv (Itn), la cui sede londinese era stata temporaneamente chiusa nei mesi scorsi per ragioni di sicurezza in seguito alle minacce arrivate ai suoi reporter e attribuite Teheran. Un austriaco di origine cecena, Magomed-Husejn Dovtaev, è stato dichiarato colpevole da un tribunale britannico per aver spiato, a scopo di ritorsione, la suddetta emittente. Le informazioni raccolte sarebbero dovute servire all'uomo, probabilmente arruolato dall'Iran, per compiere un presunto atto di terrorismo proprio contro Sabet e Farahzad. Le indagini per ricostruire l'intero quadro sono ancora in corso.

I giornalisti nel mirino del killer

Iran International ha più volte affermato che non si farà intimorire dai tentativi del governo iraniano di chiuderla. Ciò nonostante, una recente indagine ha acceso i riflettori su un complotto ordito per assassinare due dei presentatori dell'emittente. Secondo quanto riferito da Itn, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica avrebbe offerto 200.000 dollari (pari a 158.290 sterline) ad un trafficante di esseri umani siriano per uccidere due giornalisti della rete tv. Il tutto dopo che un piano iniziale per piazzare un'autobomba fuori dallo studio della tv era stato sventato a causa della presenza di forti misure di sicurezza.

La polizia metropolitana sarebbe quindi stata allertata dall'antiterrorismo e avrebbe informato la stazione della minaccia alla vita del suo personale. Il capo della sicurezza del canale televisivo in lingua farsi, Roger MacMillan, ha dichiarato al sito The National che è notevole che Teheran abbia avuto l'audacia di organizzare atti di terrorismo nel Regno Unito per mettere a tacere i suoi critici. MacMillan ha inoltre affermato che la stazione non si lascia intimidire dalle minacce ed ha elogiato la polizia londinese per aver fornito il "supporto più fenomenale" per aiutare a mantenere il personale e i locali al sicuro.

Complotto sventato

Il personale di Iran International ha lavorato sotto protezione armata con i suoi uffici a ovest di Londra, che sono stati fortificati da una recinzione in acciaio prima che la stazione fosse temporaneamente trasferita negli studi di Washington. Sette mesi dopo, la rete tv è tornata a Londra, in una nuova sede, con misure di sicurezza rafforzate. I suoi giornalisti erano stati minacciati per la copertura continua sulle proteste antigovernative di massa che hanno scosso l'Iran dopo la morte di Mahsa Amini, lo scorso settembre.

Farahzad, un ex reporter della BBC News che lavorava fuori Londra prima che il suo show serale fosse trasferito a Washington, ha detto di aver scoperto solo di recente del complotto per ucciderlo. Sabet ha aggiunto: "Il fatto che abbiano cercato di uccidermi dimostra che ho fatto bene il mio lavoro, sono stata efficace. Non ho tradito le persone e sono stato al loro fianco, anche quando la mia vita era in gioco".

Il “matrimonio”

Il complotto per uccidere i presentatori aveva il nome in codice "il matrimonio". I bersagli avevano due nomi in codice: la "sposa" e lo "sposo". Iran International ha spiegato che l'Unità 840 dell'IRGC, che effettua omicidi all'estero, aveva organizzato il piano dietro la regia di Mohammed Reza Ansari.

Incaricato di compiere il lavoro sporco sarebbe stato il 31enne Magomed-Husejn Dovtaev, ora condannato dalla corte penale della Old Bailey di Londra per aver raccolto informazioni utilizzabili per compiere un atto di terrorismo. Dopo il verdetto il comandante dell'anti-terrorismo di Scotland Yard, Dominic Murphy, ha ricordato come la polizia sia "molto attenta" alla minaccia posta dall'Iran a potenziali obiettivi sul suolo britannico.

"Non siamo in grado di entrare in ulteriori dettagli in relazione a minacce specifiche contro individui o

organizzazioni specifici, ma come abbiamo visto attraverso il nostro lavoro nello sventare altri complotti, queste minacce sono di natura grave e le stiamo trattando come tali", ha fatto sapere il Metropolitan Police Service.

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