Stop al trattato sui test nucleari: la mossa "atomica" di Mosca

La Russia è pronta a ritirarsi dalla ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT). Ecco l'obiettivo di Putin

Stop al trattato sui test nucleari: la mossa "atomica" di Mosca
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La Russia di Vladimir Putin ha revocato la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt). La Duma, la camera bassa del Parlamento russo, ha approvato in prima lettura un disegno di legge sul ritiro da parte di Mosca dal trattato che vieta i test nucleari, con la votazione a favore di 412 deputati, ossia l’unanimità dei parlamentari presenti.

La decisione della Russia

La decisione di Mosca, ha spiegato il presidente della Duma di Stato, Vjacheslav Volodin, dipende "dall’atteggiamento irresponsabile degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza globale". "Nell’interesse di garantire la sicurezza del nostro Paese, stiamo revocando la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari", ha detto Volodin prima del dibattito e del voto parlamentare su questo tema, conclusosi con la fumata bianca.

Volodin ha quindi affermato che, mentre la Russia aveva ratificato il trattato nel 2000, Washington non ha mai proceduto in tal senso. Da qui la mossa di Mosca, arrivata in un momento delicatissimo, tra il protrarsi della guerra in Ucraina, la crisi israeliana e le tensioni, alle stelle, tra gli Usa e la Federazione Russa.

Putin all’inizio di questo mese aveva suggerito alla Russia di revocare la ratifica del trattato perché gli Stati Uniti, insieme ad altre potenze, non lo avevano mai ratificato. La camera bassa del parlamento russo si è così mossa rapidamente per concretizzare le volontà del capo del Cremlino, partorendo un disegno di legge che i deputati voteranno nel corso di questa settimana.

Il trattato sugli esperimenti nucleari

Ma che cos’è il Ctbt? Questo trattato, risalente al 1996, vieta "qualsiasi esplosione di test di armi nucleari o qualsiasi altra esplosione nucleare" in qualsiasi parte del mondo. Qualsiasi ripresa dei test nucleari potrebbe dunque far precipitare una nuova corsa agli armamenti nucleari tra le grandi potenze.

Il preambolo del documento cita l’obiettivo di ridurre e infine eliminare le armi nucleari "limitando lo sviluppo e il miglioramento qualitativo delle armi nucleari e ponendo fine allo sviluppo di nuovi tipi avanzati di armi nucleari, costituendo una misura efficace di disarmo nucleare e non proliferazione in tutti i suoi aspetti".

Un totale di 187 stati ha firmato il trattato e 178 nazioni lo hanno ratificato approvando leggi corrispondenti nei loro parlamenti. Il Ctbt non è però entrato in vigore legalmente. Potrà farlo solo una volta firmato e ratificato da 44 Paesi nominati: i nove dotati di armi nucleari e gli altri 35 che possiedono energia nucleare e reattori di ricerca.

Questo trattato ha in ogni caso creato una norma de facto contro i test nucleari. Nessun Paese ha infatti effettuato un test nucleare dagli anni ’90, ad eccezione della Corea del Nord, che ha condotto il più recente dei suoi sei test nel 2017 ed è soggetta alle sanzioni delle Nazioni Unite.

La mossa di Putin

La Russia, ha sottolineato Reuters, sostiene che la decisione sul Ctbt non sia una dichiarazione di intenti per effettuare il primo test nucleare dal 1990, e che non effettuerà test a meno che non lo facciano gli Stati Uniti. Ma la revoca della ratifica del trattato fornisce a Mosca una copertura legale per effettuare test.

La mossa della Russia segue inoltre altre azioni che hanno contribuito ad aumentare la tensione nucleare con l’Occidente dall’inizio della guerra in Ucraina.

Citiamo, ad esempio, la sospensione da parte di Mosca, a febbraio, del New START, l'ultimo trattato rimasto sulle armi nucleari con gli Stati Uniti, che limita il numero di testate strategiche da entrambe le parti, e l’annuncio di piazzare missili nucleari tattici in Bielorussia.

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