Il malore sospetto del pilota, i capi Wagner sullo stesso volo e le strane manutenzioni sul Jet. Tutti i misteri dell'esplosione

Il secondo aereo e tutti i punti oscuri della vicenda

Il malore sospetto del pilota, i capi Wagner sullo stesso volo e le strane manutenzioni sul Jet. Tutti i misteri dell'esplosione
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Prigozhin è morto. Macché Prigozhin è ferito, ed è stato trasportato in una località segreta. Oppure no, Prigozhin non è mai salito su quell’aereo e si trova in Africa, nella zona di confine tra Niger e Benin. Le voci si rincorrono, trasformandosi in leggende metropolitane, alimentate da parecchie cose che non tornano su quanto accaduto l’altro pomeriggio sui cieli della regione di Tver. È vero che Prigozhin era finito sul libro nero di Putin dopo la tentata marcia su Mosca, e forse potrebbe essere stato liquidato da Shoigu e Gerasimov, ma è altrettanto acclarato che al Cremlino sono maestri di depistaggi, campioni nel maneggiare la verità e fuoriclasse nel mettere sotto chiave i segreti più reconditi.

Il giallo del pilota

Prigozhin si fidava solo del comandante Artem Stepanov. Stranamente mercoledì non era a bordo dell’Embraer abbattuto. Aveva chiesto qualche giorno di permesso. Le forze dell’ordine non riescono a rintracciarlo. Secondo suo fratello si trova in Kamchatka, ma il telefono è spento. E c’è chi sostiene che potrebbe non trovarsi più in Russia.

La strana esplosione

Nel filmato non si riesce a capire se l’Embraer sia stato abbattuto o sia esploso. Lo si vede precipitare verticalmente mentre dalla carlinga si sprigiona un denso fumo. Nel cielo si nota un altro sbuffo di fumo bianco, prodotto dall’impatto di uno o più proiettili. Analisti vicini alla Wagner sostengono che sarebbe stato intercettato da un caccia Su-35 decollato dall’aeroporto di Khotilovo. Il jet avrebbe lasciato partire due missili aria-aria R-27. L’Embraer potrebbe però essere stato danneggiato in volo per via di una bomba, con una carica non particolarmente potente, ma sufficiente per creare il cedimento strutturale del velivolo. Nello schianto è morta Kristina Raspopova, un’hostess di 39 anni. Prima di partire la donna aveva telefonato ai genitori, spiegando che il volo sarebbe decollato con un’ora di ritardo per via di manutenzioni necessarie. Purtroppo non esiste più la possibilità di un confronto, ma Kristina avrebbe detto ai familiari che l’Embraer veniva messo a punto da Stepanov, il pilota scomparso nel nulla. Che potrebbe aver messo una bomba nel vano del carrello di atterraggio.

Il licenziamento di Surovikin

Gli 007 ucraini hanno fatto sapere che mercoledì sui cieli a ridosso di Mosca, «c’era un inusuale via vai di caccia militari. Come se mancasse una linea di comando», racconta il funzionario della Sbu Anatoliy Sandursky. Poche ore prima dello schianto Putin aveva silurato il comandante dell’aviazione Sergej Surovikin. Era il generale amico fraterno di Prigozhin, e anche l’architetto del tentato golpe di giugno.

Tutti insieme appassionatamente

L’agenzia federale russa per il trasporto aereo ha rivelato poche ore dopo lo schianto la lista dei passeggeri. Sull'Embraer si trovavano sette passeggeri e tre membri dell'equipaggio. In calce i nomi di Prigozhin e del suo vice Utkin. A bordo anche le guardie del corpo Propustin e Chekalov, ma soprattutto gli strateghi della Wagner a Bakhmut e in Siria, Makaryan e Totmin. Sembra quasi impossibile che Prigozhin, proprio per questioni di sicurezza, abbia scelto di tenere a bordo con se tutto lo stato
maggiore delle sue milizie, decretando la fine della Wagner.

L'ambiguità del Cremlino


I giornali e le tv di Mosca hanno annunciato la morte di Prigozhin nella loro breaking news, accusando gli Ucraini di aver abbattuto l'aereo. Nello spazio di una manciata di minuti il Cremlino ha corretto il tiro parlando di «indagini in corso», cancellando ogni riferimento a presunte responsabilità di Kiev. Putin nella serata di ieri ha definito Prigozhin «un uomo di talento che ha commesso errori».

Il mistero dell'Embraer giallo



Sui canali Telegram si è diffusa la notizia della presenza di un secondo aereo di proprietà della Wagner, registrato dai radar, che nelle stesse ore dell'incidente avrebbe sorvolato Mosca per atterrare a Baku, in Azerbaijan. Forse Prigozhin si trovava proprio su quel velivolo.

Non sarebbe la prima volta che tenta e riesce in un colpo del genere: nel 2019 era stato dichiarato morto in Africa, per poi «resuscitare» nel corso dell'operazione specia-
le. Per avere un quadro più preciso bisognerà attendere l'esito dei test del Dna, gestiti dalle autorità russe.

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