Caos a Baghdad: assalto all'ambasciata svedese dopo il rogo del Corano

Irruzione di gruppi collegati, secondo i media locali, al leader sciita Moqtad Al Sadr: si tratta della più importante protesta contro il rogo del Corano avvenuto ieri a Stoccolma

Caos a Baghdad: assalto all'ambasciata svedese dopo il rogo del Corano
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Un'irruzione in piena regola, con porte sfondate e vessilli dati al rogo. Poi, dopo l'intervento della polizia, il dietrofront e la ritirata ordinata. A Baghdad sono stati vissuti attimi di paura all'interno dell'ambasciata svedese. In segno di protesta per il rogo del Corano avvenuto ieri a Stoccolma durante una manifestazione, diversi cittadini della capitale irachena si sono riversati davanti la sede diplomatica del Paese scandinavo. Nell'irruzione non ci sono stati gravi tafferugli, ma l'assalto all'ambasciata dimostra comunque una crescente tensione all'interno del mondo arabo dopo il gesto di ieri.

L'assalto alla sede diplomatica

Tutto è cominciato nel primo pomeriggio di Baghdad. Un gruppo numeroso di manifestanti si è infatti radunato subito dopo pranzo davanti l'ambasciata svedese, poco più a nord della zona verde, ossia il quartiere governativo, e non lontano dalla sede del ministero degli Esteri. Un'area presidiata e dove le misure di sicurezza erano aumentate già da ieri. Dopo il rogo di Stoccolma, diversi segnali avevano portato a pensare un'azione dimostrativa nell'area della sede diplomatica.

Tanto più che l'autore del rogo, autorizzato dalle autorità svedesi, era un ragazzo rifugiato in Svezia di origine irachena. Se qualche tempesta nel mondo arabo doveva scoppiare quindi, Baghdad da subito ha costituito la città più indicata in tal senso. Così come raccontato dalla tv Al Arabiya, i manifestanti che si sono dati appuntamenti a nord della zona verde a un certo punto hanno iniziato a premere contro i cancelli di ingresso dell'ambasciata svedese.

Poi l'irruzione vera e propria. I gruppi sono entrati nell'edificio e, come primo gesto, hanno dato alle fiamme la bandiera svedese. Successivamente, sempre secondo il racconto dei media arabi, sono rimasti all'interno dell'ambasciata per almeno un quarto d'ora. Con l'intervento della polizia accorsa sul posto, i manifestanti hanno lasciato l'edificio ordinatamente e senza importanti tafferugli. Non si registrano feriti tra il personale dell'ambasciata.

Chi c'è dietro i disordini

I gruppi che hanno fatto irruzione all'interno della sede diplomatica sarebbero legati a Muqtad Al Sadr. Quest'ultimo è uno dei più influenti membri del clero sciita iracheno, nonché uno dei leader politici più ascoltati dalla popolazione sciita. Così come capitato in occasione delle proteste degli anni passati contro la corruzione e le precarie condizioni di vita, ci sarebbero i suoi appelli dietro all'assalto dell'ambasciata.

A riportarlo sono state alcune fonti locali.

In particolare, sui social diversi iracheni hanno riconosciuto vessilli di gruppi vicini ad Al Sadr nei video circolati in rete dopo l'irruzione. Già nelle scorse ore inoltre, lo stesso Al Sadr aveva condannato il rogo del Corano a Stoccolma. Circostanza che sarebbe valsa come un incitamento a radunarsi davanti l'ambasciata svedese.

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