C'è un aspetto misterioso nel devastante terremoto di magnitudo 6.8 che ha messo in ginocchio il Marocco pochi giorni fa: decine di segnalazioni video sui social hanno mostrato strane luci nel cielo prima che avvenisse il disastro. Alcuni li hanno scambiati per lampi, altri per bagliori e altre volte sembrano puntini luminosi. Queste luci, però, non sono una novità assoluta prima che la terra tremi: se ne parla infatti già dai tempi dell'antica Grecia.
Cosa sono le "luci sismiche"
Nessuno scienziato o esperto del settore è ancora arrivato a una conclusione: non si sa cosa le possa scatenare ma si tratta di qualcosa di "decisamente reale", ha spiegato alla Cnn il prof. John Derr, geofisico che lavorava presso l'US Geological Survey. L'avvistamento di queste luci "dipende dall'oscurità e da altri fattori favorevoli", ha sottolineato. I precedenti sono molto numerosi tant'è che l'evento viene chiamato con il nome di "luci sismiche": la stessa situazione si è ripetuta nel 2023 quando Turchia e Siria sono state colpite da forti terremoti e ci sono numerosi video virali della stessa situazione verificatasi in Messico nel 2017 dopo un fortissimo terremoto di magnitudo 7.
أحد الأخوان من المغرب الشقيق أرسل لي هذا المقطع الغريب من كاميرا مراقبة لمنزله في مدينة أغادير لحظة وقوع الزلزال…
— إياد الحمود (@Eyaaaad) September 9, 2023
ظهرت ومضات ضوء زرقاء غامضة في الأفق ولا أحد يعرف ماهي.
مع العلم أن هذه الأضواء ظهرت نفسها لحظة وقوع زلزال تركيا وسوريا قبل 7 أشهر.
هل يوجد لدى أحد تفسير؟ pic.twitter.com/q845XXSlYu
"Uno dei fratelli del fraterno Marocco mi ha inviato questa strana clip da una telecamera di sorveglianza della sua casa nella città di Agadir nel momento in cui si è verificato il terremoto... Misteriosi lampi di luce blu apparvero all'orizzonte e nessuno sapeva cosa fossero. Qualcuno ha una spiegazione?", chiede sul social X un influencer dall'Arabia Saudita
Le ipotesi sui bagliori
Alcuni fisici ipotizzano che per una classe specifica di luci del terremoto individuate nelle immediate vicinanze di una faglia il fenomeno potrebbe essere associato alla formazione di archi elettrici provocati dallo scuotimento delle linee elettriche. Come scrive l'Independent, il geologo giapponese Yutaka Yasui fu il primo a fornire alcune prove fotografiche del fenomeno nel lontano 1973 facendo vedere bagliori rossi e blu nel cielo nuvoloso durante una serie di terremoti che colpirono la città di Matsushiro nel 1965 e nel 1967. Molti altri scienziati, invece, dubitano che queste luci possano avere collegamenti diretti con i terremoti. "Quali siano effettivamente vere e quali siano il prodotto dell'immaginazione,non possiamo davvero dirlo", ha dichiarato al New York Times il sismologo John Ebel del Boston College.
Queste luci possono assumere forme diverse in base alla tipologia di terremoto: alcune volte sono segnalate come fulmini, altre volte come fasce luminose nell’atmosfera simile alle aurore: altre volte, invece, sembrano sfere luminose che fluttuano nel cielo così come bagliori che sembrano spuntare dai terreni come fossero fiamme.
Quando si verificano maggiormente
Il prof. Derr e i suoi colleghi hanno studiato 65 terremoti, di cui si hanno rapporti ritenuti affidabili, sulle luci sismiche scoprendo che nell'80% dei casi si verificavano per forti terremoti con magnitudo superiore a 5.0: nella maggior parte dei casi il fenomeno è stato osservato poco prima o durante l’evento sismico e visibile fino a 600 chilometri dall’epicentro del sisma. Uno studio del 2014 ha riscontrato la possibilità che possano verificarsi nell'immediata vicinanza di placche tettoniche. Altre teorie, come quella elaborata da Friedemann Freund, collaboratore di Derr e professore a contratto presso l'Università di San Jose oltre ad aver lavorato per l'Ames Research Center della Nasa, ha spiegato che "quando alcuni difetti o impurità nei cristalli delle rocce vengono sottoposti a stress meccanico – come durante l’accumulo di stress tettonici prima o durante un forte terremoto – si rompono istantaneamente e generano elettricità".
In questo caso, poco prima di forti terremoti, "enormi volumi di roccia – centinaia di migliaia di chilometri cubi di rocce nella crosta terrestre – vengono sottoposti a stress e gli stress causano lo spostamento dei grani minerali l’uno rispetto all’altro”, ha aggiunto, facendo l'esempio di quando si
accende una batteria le cui cariche elettriche "possono fluire dalle rocce stressate dentro e attraverso le rocce non stressate. Le cariche viaggiano velocemente, fino a circa 200 metri al secondo”, ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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