L'Isis ha confermato la morte del suo leader, Abu Hussein al-Husseini al-Qurashi, e ha nominato Abu Hafs al-Hashimi al-Qurashi come suo successore alla guida del gruppo. L'annuncio è stato dato da un portavoce dell'Isis, Abu Huthaifa al-Ansari, in un messaggio registrato sui alcuni canali Telegram. "Li ha combattuti fino a quando non è morto per le ferite", ha spiegato riferendosi ad Abu Hussein, senza però specificare quando è avvenuta l'uccisione. Da quanto emerso, sappiamo l'uomo è stato ucciso in "scontri diretti" con il gruppo Hayat Tahrir al-Sham nella provincia di Idlib, nella Siria nordoccidentale.
Morto il leader dell'Isis
Al defunto quarto Califfo Abu Hussein al-Qurashi è succeduto il quinto, Abu Hafs al-Qurashi. In precedenza hanno occupato la cabina di regia il capo storico e primo leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, seguito da Abu Ibrahim Hashimi al Qurashi (entrambi rimasti uccisi in raid statunitensi nel nord-ovest della Siria) e da Abu al Hassan al Hashimi al Qurashi, ucciso lo scorso novembre. Ricordiamo che il titolo "Qurashi" si riferisce al nome della tribù di Maometto alla quale deve appartenere il successore (in arabo: khalifa", califfo) dello stesso profeta dell'Islam.
La morte del leader Isis era stata annunciata a fine aprile dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Il terrorista, secondo Ankara, era stato "neutralizzato nell'ambito di un'operazione dell'intelligence turca" nelle vicinanze di Jindires, nel nord della Siria, dove l'uomo si nascondeva in una fattoria abbandonata. Diverso, invece, il resoconto dei jihadisti, per i quali, come detto, Abu al-Hussein sarebbe rimasto ucciso in scontri nel nordovest della Siria.
Cosa succede all'Isis
Apparentemente, dunque, l'Isis ha puntato il dito contro il principale attore rivale sul fronte del terrorismo internazionale, al Qaeda, un tempo ridotta ai minimi termini di fronte alle conquiste territoriali dell'Isis in Siria e Iraq e di fronte ai tragici quanto micidiali attacchi del gruppo in Europa.
Dopo una fulminea ascesa in Iraq e Siria nel 2014 che l'ha vista conquistare vaste aree di territorio, Daesh ha visto crollare il suo autoproclamato "califfato" sotto un'ondata di offensive. Rispetto a quel periodo, l'Isis può contare su numeri molto ridotti di combattenti, che seppur temibili sono costretti a organizzarsi in cellule di 10-15 elementi per sfuggire alla costante caccia delle intelligence di tutto il mondo. Nonostante l'Isis possa ancora vantare ingenti quantità di contanti, fino a 50 milioni di dollari in Siria e Iraq, i colpi ripetuti alla leadership stanno minando la capacità di fare cassa con nuove risorse e soprattutto allontanano i reclutamenti.
L'organizzazione resta in ogni caso una minaccia, sottolineano gli esperti, grazie al largo uso di nuove tecnologie e criptovalute e per la facilità con cui riesce a fare breccia in Paesi instabili, come
quelli dell'Africa subsahariana o nello stesso Afghanistan, dove sfida a viso aperto il nuovo potere talebano. Piccola curiosità: il primo Califfo del gruppo, Abu Bakr Al-Baghdadi, è stato ucciso sempre a Idlib. Come l'ultimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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