Il barcone con 400 migranti che nei giorni scorsi è stato segnalato dalle Ong tra le acque Sar maltesi e quelle greche è stato successivamente intercettato dagli assetti militari italiani in acque Sar di nostra competenza. La Valletta non ha predisposto l'intervento ma, come dichiarato da Sea-Watch, avrebbe chiesto a una delle navi mercantili di fornire il carburante al motopeschereccio sovraccarico, per permettergli di proseguire nella sua navigazione. Senza l'intervento di Malta, l'imbarcazione ha potuto raggiungere la zona Sar italiana, che ha imposto al nostro Paese di assumersi la responsabilità del soccorso, che si è concluso nelle scorse ore con l'attracco in Italia. Le Ong hanno alzato la voce contro Malta che, di tutta risposta, si è appellata alle convenzioni internazionali, disconoscendo completamente il ruolo della flotta civile.
Questo è quanto emerge da un lavoro effettuato dall'Independent, sito maltese, che ha preso contatti con il ministero degli Affari Interni e l'Afm, le forze armate maltesi. Le repliche alle rimostranze mosse dalle Ong a La Valletta non lasciano spazio a interpretazioni: "Le Forze Armate di Malta adempiono ai propri obblighi e svolgono il coordinamento in conformità con le leggi e le convenzioni internazionali applicabili, compreso il dovere di diligenza nei confronti delle navi che navigano in acque internazionali all'interno della Regione di ricerca e salvataggio (SRR) di Malta". Fatta questa doverosa premessa, che inserisce l'operato di Malta all'interno dei confini delle convenzioni internazionali, l'Afm con in copia il Ministero, spiega: "I rapporti riguardanti i migranti nell'SRR di Malta sono stilati immediatamente e le navi che non sono in pericolo sono monitorate di conseguenza".
Da qui si evince che da Malta non avevano ritenuto che il peschereccio corresse un imminente pericolo, pertanto non è stata predisposto l'intervento Sar. Dall'Afm, poi, aggiungono: "Inoltre, la comunicazione scritta ricevuta dall'Afm dal comandante della nave che prestava obbligo di diligenza (la mercantile in zona, ndr) conferma che non è stato richiesto alcun soccorso da parte delle persone a bordo". La nota delle forze armate maltesi, quindi, disconosce completamente le Ong e le loro comunicazioni di pericolo relative all'imbarcazione, affidandosi esclusivamente ai rapporti stilati dalle navi mercantili che hanno ufficialmente preso contatti e che sono state istuite dal centro di controllo di La Valletta. La reazione di Alarm Phone, che per ore si è prodigata in comunicazioni, evidentemente considerate inutili da Malta, non è tardata: "Dal nostro primo allarme a 00.50 del 9 aprile abbiamo mandato 21 e-mail a Malta chiedendo un'operazione di salvataggio. Abbiamo anche chiamato e chiesto soccorso per venire poi riattaccati. Vergogna per aver mentito e negato la responsabilità".
È evidente l'intenzione di Malta di non adoperarsi per i salvataggi in mare, facendo in modo che la responsabilità, in un modo o nell'altro, ricada sull'Italia.
Ma l'accusa di mentire da parte della Ong appare pretestuosa: infatti, Malta dice che al capitano del mercantile coordinato non sono arrivate richieste di soccorso dalle persone a bordo. Non menziona la Ong, che viene ignorata e non considerata come un interlocutore in queste operazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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