In attesa del risultato dei laboratori internazionali che stanno cercando di scoprire quale sia la malattia (e relativo agente patogeno) si tratta quello che in Congo ha già mietuto decine di vittime, l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha provato a fare il punto della situazione ipotizzando un certo tipo di scenario sulla base degli elementi che si conoscono.
"Possibili più patologie"
"Dato il quadro clinico dei casi e i sintomi riportati, tra le ipotesi considerate al momento come causa figurano polmonite acuta, influenza, Covid-19, morbillo e malaria, con la malnutrizione come fattore concomitante. Sono in corso test di laboratorio per identificare la causa, ma al momento non è escluso che più di una patologia stia contribuendo ai casi e ai decessi", ha precisato l'Istituto con una pubblicazione online. È atteso ormai a giorni il responso del mistero che ha messo un po' di ansia anche all'Italia con il caso di Lucca dove un paziente rientrato dal Congo sta bene dopo un ricovero all'ospedale locale ma al quale sono stati fatti tutti gli esami clinici del caso per escludere eventuali analogie con quanto accade nel Paese africano.
Basso rischio di diffusione
Riportanto la mente con quanto avvenuto con il Covid, l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) speficica in un bollettino che la diffusione di questo virus in Congo e tra le comunità colpite è elevato ma non è così per il resto del mondo. L'Iss lo specifica sottolineando che "a livello europeo e globale il rischio al momento è basso".
"Non siamo spaventati"
A gettare ulteriore acqua sul fuoco ci ha pensato la dottoressa Teodora Chiocci, 24 anni, che fa parte dell'Amka, un'organizzazione umanitaria impegnata da anni in Congo e in Guatemala che all'AdnKronos Salute ha spiegato che la malattia misteriora "non ci spaventa più di tanto". Uno dei segni caratteristici è l'anemia ma Chiocci spiega che lì i bambini già muoiono a causa dell'anemia. "Io mi confronto tutti i giorni con queste situazioni. Ora con la stagione delle piogge ci aspettiamo tanti casi di malaria. L'anemia e il mal di testa nei bambini non sono un quadro allarmate qui in Congo, ma la quotidianità".
Mentre il mondo parla di questa malattia, la popolazione locale non sembra esserne così al corrente: la dottoressa spiega che il contesto rurale non aiuta la diffusione delle notizia. "C'è poco interesse e le informazioni vengono trasmesse con una certa difficoltà, parliamo di un Paese immenso.
Forse in Europa c'è un allarmismo eccessivo rispetto a quello che sta accadendo in una regione sperduta in mezzo al Congo, aspettiamo che l'Oms analizzi i campioni di sangue dei casi. Qui c'è una rete sanitaria, noi riferiamo le nostre attività al governo, ma dobbiamo anche capire che i laboratori non hanno le attrezzature e il personale che abbiamo noi occidentali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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