L'epicentro mondiale delle metanfetamine si trova in Asia e coincide con il Myanmar. Da qui partono le sostanze mortali che raggiungono i mercati di Africa, Europa e del resto del sud-est asiatico. Quest'ultima regione si è trasformata in una sorta di hub sotterraneo per i trafficanti locali di droghe, i quali possono sfruttare un importante fattore a loro favore: il conflitto intestino che da anni continua a scuotere il tessuto socio-politico del Myanmar. Un simile scenario ha generato un humus ideale che garantisce ai contrabbandieri di operare (e prosperare) in mezzo alle tensioni politiche nazionali.
Pioggia di metanfetaminete
Il sempre più instabile Myanmar è diventato in assoluto il principale produttore asiatico di droghe sintetiche illecite. Qui, ha spiegato in un lungo approfondimento il sito Nikkei Asian Review, l'ice e lo yaba sono più facili da trovare persino rispetto alla valuta estera o all'oro. Scendendo nei dettagli, le pillole di Yaba contengono dall'1% al 30% di metanfetamina mescolata con caffeina, e possono stimolare effetti che durano dalle tre alle 12 ore. L'ice, invece, ospita dall'80% al 100% di metanfetamina, mantenendo in alcuni casi una persona sballata per più di 20 ore.
Il boom dell’offerta ha creato un mercato di massa più ampio, in particolare tra i lavoratori, i camionisti a lungo raggio, gli agricoltori e gli studenti che dipendono dal farmaco per rimanere svegli. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), nel 2022 nell’Asia orientale e sudorientale sono stati sequestrati 150.000 chilogrammi di metanfetamine. Oltre il 90% dei sequestri è avvenuto nel sud-est asiatico, ma gli interventi delle autorità sono aumentati anche nell’Asia meridionale (tra il 2018 e il 2023 sono stati sequestrati più di 10.000 chilogrammi di metanfetamine).
Lo Stato Shan, in Myanmar, il nord della Thailandia e il nord-ovest del Laos formano il famigerato Triangolo d'oro, noto da tempo per essere un focolaio di produzione e traffico illegale di droga, in particolare di metanfetamine e oppio. I contrabbandieri sono poi soliti muoversi nelle aree nord-orientali dell’India e del Bangladesh - Paesi che condividono le rispettive frontiere con la nazione birmania – per far fluire i materiali illegali nella regione asiatica, e da lì verso il resto del mondo.
Un problema da non sottovalutare
Detto altrimenti, la maggior parte della droga consumata a Yangon, Calcutta, Dhaka e Bangkok – ma anche in alcune città dell'Europa - proviene dallo Shan, uno stato nel nord-est del Myanmar, fuori dalla portata del governo militare in carica nel Paese.
Il consumo di metanfetamine, dunque, è in aumento, i prezzi stanno crollando. Risultato: la sostanza scorre in Paesi tra i quali l’Australia a est e l’Arabia Saudita a ovest. Come se non bastasse, le instabilità politiche causate dai conflitti tra il governo militare del Myanmar e le milizie etniche locali hanno partorito un ambiente favorevole ai cartelli della droga per il traffico di narcotici.
Ma come fa la droga a uscire dal Myanmar? I corrieri, dal lato dell'ex Birmania, trasportano i “sacchi” oltre il confine, lasciandoli nella foresta affinché qualcuno sul lato tailandese possa depositarli in un villaggio di transito. Un sacco contenente 200.000 pillole di yaba e potrebbe fruttare circa 280 dollari per un corriere di frontiera.
Per la cronaca, in Myanmar una pillola di metanfetamine adesso costa circa 0,15 dollari (sul mercato parallelo) rispetto agli 1,60 dollari del 2016. Meno di una bottiglia d’acqua o di una tazza di té acquistata per strada.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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